“La Regione dovrà affrontare le criticità esistenti in tema di applicazione in Sicilia delle legge 194 e di consultori, per come indicato nelle relazioni ministeriali su questi temi. In un più generale obiettivo di diritto alla salute per tutti, riteniamo che vada garantita la salute delle donne e degli stessi operatori sanitari nell’ambito dell’esercizio del diritto all’aborto sicuro”. Lo scrivono in una nota la responsabile delle politiche di genere della Cgil Sicilia Elvira Morana e la segretaria regionale Cgil Gabriella Messina nella giornata Mondiale per l’accesso a un aborto sicuro e libero.

Tante criticità in Sicilia, “a rischio l’esercizio del diritto e la salute delle donne”

Le due esponenti sindacali rilevano “l’alto numero di medici obiettori nell’isola, la non uniforme distribuzione dei consultori sul territorio, cose che che mettono a rischio l’esercizio del diritto ma anche la salute delle donne e degli stessi operatori”.

L’applicazione della legge 194 nella nostra isola

Morana e Messina sottolineano che nell’isola, stando a quanto riportato nell’ultima relazione ministeriale sulla 194, c’è una struttura dove il carico settimanale per il medico non obiettore è 16 a fronte della media nazionale di 1 e di quella regionale di 1,5.

La giornata mondiale

Il 28 settembre è la giornata mondiale per l’accesso ad un aborto sicuro. Dal 1978, in Italia, le donne hanno diritto a richiedere l’interruzione volontaria della gravidanza entro i primi 90 giorni di gestazione. Il diritto si esercita per motivi di salute, economici, sociali o familiari. Si tratta di un diritto sancito dalla legge 194/78.

Molte donne a manifestare nelle piazze italiane

Oggi in molte piazze italiane le donne stanno manifestando per difendere il diritto all’aborto sicuro. La mobilitazione è organizzata dal movimento “Non una di Meno”, ed è la prima risposta delle donne al governo nascente targato Giorgia Meloni.

La posizione della Meloni

Qualche giorno fa, Giorgia Meloni ha dichiarato: “Non ho mai detto che voglio toccare la legge 194, ho chiesto di applicare la prima parte della legge sulla tutela del valore sociale della maternità. Accanto ai diritti che la legge garantisce, vorrei aggiungere che le donne che si trovano nella condizione di abortire perché non hanno alternative – magari per condizioni economiche – possano avere invece un’alternativa”.
“Sulla seconda parte della legge, mi risulta che il diritto all’aborto in Italia sia sempre stato garantito”, ha aggiunto.
Sui medici obiettori di coscienza, ha spiegato: “non è che possiamo costringere le persone a fare cose che non si sentono di fare: anche quella è libertà. Credo che l’equilibrio che si è creato, attualmente è un equilibrio che tiene”.
Non la pensano così molte donne, secondo le quali il diritto all’aborto sicuro, nel nostro Paese, non è adeguatamente garantito.

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