Mettere ordine in modo organico – per la prima volta in Sicilia – al variegato mondo delle circa cento Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, adeguando la legislazione regionale a quella nazionale. E’ questo l’obiettivo del disegno di legge di riforma delle Ipab, varato dal governo Musumeci, che nei prossimi giorni verrà inviato all’Assemblea regionale per l’avvio dell’iter di approvazione.

Il mondo delle Ipab è balzato agli onori delle cronache anche per le vicende dell’Opera Pia Ruffini di Palermo chiusa per decisione della Curia con conseguenti licenziamenti e cause dei lavoratori vicenda della quale BlogSicilia si è occupata a lungo e che appena tre giorni fa è approda anche su Striscia la Notizia

“Da un lato – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – intendiamo ridare nuova linfa agli Istituti, nati per volontà di fondatori privati, con una proficua gestione del loro patrimonio e, dall’altro, determinare la riorganizzazione con la chiusura di quelli che non possono più raggiungere i propri scopi. Il disegno di legge mira, in ogni caso, a creare un sistema integrato di interventi e servizi ristabilendo la rilevanza sociale degli Enti”.

Le Ipab rappresentano, attualmente, una realtà significativa nel sistema socio-assistenziale della Regione, sia per la quantità e la qualità dei servizi erogati che per le risorse umane e strumentali impiegate. Al loro ruolo, assai significativo sul piano sociale, però non corrisponde più una normativa adeguata, visto che è superata da quella nazionale a seguito dei principi fissati dalla Corte costituzionale e dalla Corte di cassazione.

Ma la riforma approvata dalla giunta piomba come un fulmine a ciel sereno sul Parlamento e sui rapporto fra maggioranza e opposizione. Quest’ultima aveva già predisposto ben due proposte sul medesimo argomento anche se una proposta è trasversale fra 5 stelle e pezzi della maggioranza. Entrambi i disegni di legge sono di iniziativa parlamentare e da due settimane sono in discussione in commissione Affari istituzionali: uno è del Pd e l’altro è firmato dalla deputata M5s Angela Foti e da due esponenti di punta del centrodestra, Stefano Pellegrino (Forza Italia) e Giovanni Di Mauro (Popolari e autonomisti).

La commissione, guidata proprio da Pellegrino, ha già dedicato alcune seduta alla riforma delle Ipab, prendendo come testo base quello Foti-Pellegrino-Di Mauro. E domani proseguirà l’esame del ddl, come da calendario. La mossa del governo, dunque, potrebbe sparigliare le carte e irrigidire le opposizioni, che avevano più volte in passato sollecitato la giunta a presentare un testo e che in commissione Affari istituzionali hanno la maggioranza. Il ddl governativo porta la firma dell’assessore alle Politiche sociali Mariella Ippolito, riferimento in giunta proprio dei ‘Popolari e autonomisti’, il gruppo parlamentare del deputato Di Mauro, firmatario del testo parlamentare.

“Il Pd ha presentato il proprio ddl costringendo il governo, che aveva nascosto la testa sotto terra come uno struzzo, a muoversi”, dice il capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo. Che però avverte Musumeci: “L’iter in commissione è già partito, se vuole il governo presenti emendamenti al testo base già in discussione”. Non solo. Per capire meglio il destino degli Ipab bisognerà attendere la relazione tecnica al ddl, considerando i debiti accumulati dagli istituti e su cui non ci sono certezze. In caso di ripianamento, comunque, la palla passerà alla commissione Bilancio, che tra l’altro è in attesa dell’assestamento di bilancio su cui pesano le valutazioni fatte dalla Corte dei conti sugli equilibri finanziari della Regione.

Questo il risultato raggiunto dalla riunione della giunta di governo (se di risultato si può parlare alla luce delle tensioni della mattina) ma l’esecutivo regionale, come una squadra di  calcio, è tornato in ‘ritiro’ come già fatto una volta dal Presidente della Regione che aveva convocato tutti in montagna. Stavolta la giunta si è riunita a Pergusa per affrontare i nodi del bilancio a iniziare dai fondi necessari per evitare il tracollo delle ex province. Un confronto serrato fra i componenti della giunta. la coperta è corta e trovare un modo per non lasciare scoperto nulla è davvero difficile

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