I tempi di spostamento incidono molto sulle visite possibili, in certi casi si perdono addirittura delle giornate, ed è per questo che RestART propone degli itinerari veloci. È proprio questo il momento nel quale, affidandovi a questi itinerari, potete verificare come muovervi, cosa vedere e in quanto vederlo.

Itinerari:

Chiesa S. Giovanni degli Eremiti – Oratorio S. Mercurio: dietro all’ingresso del Palazzo Reale, dopo aver varcato Porta Nuova, eretta in onore a Carlo V e restaurata dopo parziale distruzione a seguito di un fulmine che si abbatté proprio sulla Porta nel 1669, ci troviamo sulla grande Piazza Indipendenza. Scendendo dal lato opposto al Palazzo Reale, nella Via Dei Benedettini, si erge, mimetizzato da un giardino, la Chiesa di San Giovanni degli Eremiti, le cui cupole tondeggianti sono uno dei simboli della città. Proseguendo possiamo imbatterci nell’Oratorio di San Mercurio con le sue notevoli pareti a stucco.

Palazzo Abatellis – Oratorio dei Banchi – Chiesa di S. Maria degli angeli (La Gancia)-Palazzo Mirto – Chiesa di S. Maria della Catena: Addentrandosi nel centro di Palermo arriviamo in uno dei quartieri più antichi della città, la Kalsa. Imboccando via Garibaldi fino alla Fontana del Genio e quindi andando a destra arriveremo nella famosa via Alloro, che prende il nome da un antico giardino con immense piante di questa essenza tipica mediterranea. Qui si trova Palazzo Abatellis, con la sua storia ed esposti il “Trionfo della Morte” e “L’Annunziata”. Proseguendo più avanti arriviamo alla Chiesa della Gancia del ‘500 sicuramente da visitare per la grande raccolta di opere d’arte che contiene. Per restare sempre in zona sono da vedere Palazzo Mirto, l’Oratorio dei Bianchi e la Cgiesa di S. Maria della Catena di cui scopriamo di più qui sotto.

Chiesa di S. Maria della Catena – Palazzo Mirto – Oratorio di San Lorenzo: partendo dal porto, area di facile accesso verso il cuore cittadino, si può proseguire a piedi a sinistra fino a Porta Felice, voluta dal vicerè Marco Antonio Colonna, alla “Passeggiata sulle mura delle Cattive”. Da qui si arriva alla vicinissima Chiesa di Santa Maria della Catena, in stile gotico-catalano. Realizzata tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento dall’architetto Matteo Carnilivari, deve il suo nome al fatto che su uno dei muri si trovava proprio una catena che chiudeva il porto della Cala. Procedendo su Corso Vittorio Emanuele, giriamo a sinistra per arrivare a Piazza Borsa, da qui a due passi, troviamo l’Oratorio di S. Lorenzo. Proseguendo si arriva a Palazzo Mirto. Questo sorge nel limitrofo quartiere della Kalsa, antica cittadella araba fortificata. Per quattro secoli è stato la dimora locale della famiglia normanna Filangeri e poi dei Lanza Filangieri Principi di Mirto, che gli hanno lasciato il nome.

Oratorio dei Bianchi – Spasimo – Orto Botanico: seguendo il perimetro delle mura incontriamo la porta Dei Greci aperta nel 1553 e con portale del 1581 attraversando la quale si accede al quartiere della Kalsa. Marciamo fino all’incrocio con la via Lincoln e la imbocchiamo. Qui vi è l’Orto Botanico, fondato nel 1785 dal viceré Caracciolo. All’interno è possibile ammirare una gran varietà di piante di diverse specie, bellissimo il viale delle palme e la sezione delle piante grasse. Se siete fortunati potete ammirare la fioritura delle ninfee. Il Ginnasio è l’edificio centrale di gusto neoclassico della fine del XVIII secolo, come del resto anche i due edifici laterali progettati da Venanzio Marvuglia. Addentrandoci nel quartiere della Kalsa troviamo l’Oratorio dei Bianchi, fondato nel 1542 per volere dell’omonima Compagnia, formata da ecclesiastici e gentiluomini. Deve il suo nome al colore delle tuniche dei suoi componenti, che confortavano e sostenevano moralmente i condannati alla pena capitale nei giorni precedenti l’esecuzione, invitandoli alla confessione e al pentimento. Addentrandoci poco più avanti troviamo la Chiesa di Santa Maria dello Spasimo

S. Caterina d’Alessandria – Cupola S. Caterina – Archivio comunale – Chiesa del Gesù (Casa Professa): da Piazza Pretoria in 6 minuti si possono raggiungere tutti i luoghi di questo itinerario. Vedere la fontana della vergogna, fare un giro nel cuore di Palermo, il mercato Ballarò, si possono coniugare alla perfezione con questo percorso.

Teatro Massimo – Museo Archeologico Salinas – Palazzo Branciforte – Oratorio di S. Cita – Oratorio SS. Rosario in San Domenico: torniamo a piazza Marina, e da qui imbocchiamo la via dei Bottai che, oltrepassando Corso Vittorio Emanuele, prende il nome di via dei Chiavettieri, (denominazioni dovute agli artigiani che vivevano nel luogo). Siamo alla “Vucciria”, il mercato palermitano, immortalato dal famoso quadro di Renato Guttuso. Percorrendo questa via ci ritroviamo in via dei Cassari. Percorrendo tutta la via ci ritroviamo nella piazza del Garraffello, con l’omonima stupenda fontana eretta nel 1591. Proseguendo per via Argenteria “sbuchiamo” in Piazza Caracciolo, cuore del mercato della Vucciria. Da piazza Caracciolo imboccando la via dei Maccheronai giungiamo in piazza San Domenico. Centralmente, nella piazza si staglia la colonna dell’Immacolata (del 1726). Dalla via Giovanni Meli passiamo dietro San Domenico per arrivare alla via Squarcialupo dove incontreremo due oratori da non perdere, l’Oratorio del Rosario in Santa Cita e l’Oratorio SS. Rosario in San Domenico. Se dopo essere stati nella caratteristica zona della Vucciria avete deciso di andare a bighellonare altrove e temete di perdervi per vie e viuzze, potete adoperare la scalinata Caracciolo che collega la piazza con via Roma. Svoltando a destra per via Patania giungiamo a piazza Olivella. Questa è la sede dal 1866, del Museo Regionale Archeologico Salinas. All’interno si possono ammirare reperti di gran pregio, differenti per cronologia e provenienza. Alla fine della via Bara ci ritroviamo in via Maqueda: davanti ai nostri occhi il maestoso Teatro Massimo, manifesto neoclassico della cultura borghese ottocentesca.

Cupola SS. Salvatore – Chiesa SS. Salvatore – Palazzo Riso – Chiesa di S. Matteo – Torre si S. Antonio (Ecce Homo): percorrendo Corso Vittorio Emanuele, passando per i Quattro Canti, si giunge a tutti i siti di questo itinerario.

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