Disastri ed emergenze, riforme e cambiamenti, Il Presidente della Regione ha presentato il suo libro di intenti all’Ars. Tante cose da fare tutte ancora da intraprendere e l’intenzione di cambiare per riportare la regione alla normalità. Ma per farlo lo stesso Musumeci ammette: “Non abbiamo la maggioranza”. Ma non chiede incuci e non fa campagna acquisti, Chiede responsabilità ai parlamentari, chiede maggioranza variabili sui singoli provvedimenti.

Ci si aspetterebbe la sommossa del Parlamento con le opposizioni che attaccano. Ci si aspetterebbe qualcuno che ricordi che Rosario Crocetta aveva assunto questo atteggiamento dopo le prime debacle delle sue norme in aula (non proprio all’inizio del mandato quando si diceva sette stelle, ma un anno e mezzo dopo). Invece no.

Da centro a sinistra arrivano le aperture al governo Musumeci e anche se il Presidente non è in campagna acquisti, sul mercato sembra esserci più di un deputato.

Inevitabile iniziare il nostro excursus da Sicilia Futura il gruppo di due deputati che ha permesso l’elezione di Miccichè a presidente dell’Ars e che in cambio ha avuto la deroga a formare gruppo nonostante sia formato solo da due persone. “Dal discorso programmatico del presidente Musumeci emerge certamente un nuovo stile nell’approccio con il parlamento siciliano – dice il capogruppo Nicola D’Agostino – Ora però alle idee enunciate devono seguire i fatti, dopo anni di inerzia dovuti non solo alle lungaggini della burocrazia ma anche agli scarsi risultati della politica. Per noi di Sicilia Futura il tema principe di questi cinque anni di legislatura deve essere il lavoro, come lo stesso presidente della regione ha voluto indicare. Per noi sarà fondamentale, ed anche motivo di apprezzamento, che il governo regionale punti sull’impresa privata per rimodulare i fondi europei. Abbiamo la necessità che la Sicilia si industrializzi e che le aziende siciliane sperimentino proprio questa opportunità per creare lavoro e contribuire alla crescita del Pil siciliano. Daremo attenzione anche al rilancio del turismo e dei beni culturali, suggerendo idee e verificando l’azione del governo, e siamo per il museo unico regionale. Ci aspettiamo un cambio di passo sulla formazione professionale con un orientamento verso la work esperience. Ed infine sui rifiuti ci aspettiamo che si facciano azioni serie per aumentare la raccolta differenziata e che si sanzionino davvero i comuni che sulle politiche di igiene ambientale sono indietro ed inefficienti”.

Ma proprio sul tema del lavoro ecco il sorpasso a destra. Arriva da Forza Italia che immediatamente risponde con la presentazione di un disegno di legge per la stabilizzazione dei precari a firma congiunta degli onorevoli Tommaso Calderone e Giuseppe Milazzo che autorizza gli Enti Locali della Regione Siciliana, per il triennio 2018/2020, ad attivare le procedure selettive riservate sia ai titolari di rapporto di lavoro subordinato a tempo determinato (contrattisti), sia al personale ASU, utilizzati dagli enti stessi. La prerogativa è che alla data di pubblicazione dei bandi di selezione, i beneficiari abbiano maturato almeno tre anni di servizio alle dipendenze dell’amministrazione che emana il bando – come previsto dalla legge Madia.

“Il presente Disegno – dice Calderone – mira a stabilizzare definitivamente la situazione dei precari utilizzati dagli Enti Locali della Regione Siciliana. La ricetta è chiara: recepire il Decreto legislativo Madia, adeguandolo alla situazione Siciliana. In questa logica, vengono corrette le storture contenute nell’art. 3 della Legge regionale 27/2016”.

Di fatto, si offre la possibilità di beneficiare del contributo regionale, anche alle stabilizzazioni dei lavoratori inseriti nelle graduatorie formate in conformità alla disciplina previgente. Inoltre, escludendo dal calcolo dello spazio assunzionale, la quota di contributo a carico della Regione, si aumenta in maniera esponenziale il numero dei soggetti stabilizzati.

Mediante l’abrogazione del comma 22 dell’art. 3, nonché dell’art. 2, della L.R. 27/2016, sarà abrogato l’obbligo di preventiva mobilità del personale delle ex provincie. Di conseguenza, i Comuni possono procedere alla stabilizzazione del proprio personale, senza interpellare le provincie.

Una norma in linea con l’indirizzo politico del Governo, che mira a valorizzare il gli Enti intermedi.

Ma l’apertura al governo arriva anche dal pd per bocca del capogruppo Giuseppe Lupo. “Saremo opposizione positiva e propositiva sui provvedimenti del governo che conterranno proposte concrete di crescita e sviluppo per la Sicilia. Il Pd sarà pronto a confrontarsi sulle riforme, avremo come riferimento quello che è stato il nostro programma elettorale. Ma per noi il tema principale della nuova legislatura sarà quello del lavoro produttivo, che può nascere solo da un modello di sviluppo capace di coniugare il risanamento già avviato dal precedente governo, con il rilancio degli investimenti”.

Rispondendo ad alcuni passaggi dell’intervento di Musumeci, Lupo ha detto: “Il governo ha sbandierato una ‘operazione verità’ sui conti pubblici? Bene – ha proseguito – ma deve riguardare tutti i rami dell’amministrazione, anche per verificare quanto di buono è stato fatto nel corso della scorsa legislatura: come ad esempio anche lei presidente Musumeci ha riconosciuto a proposito del lavoro svolto dall’onorevole Baldo Gucciardi nella veste di assessore alla Sanità”.

“Vi sfidiamo – ha aggiunto Lupo rivolgendosi al governo – a rinegoziare in positivo l’intesa fra Stato e Regione. Ma su questo punto ci sono stati molti annunci e nessun risultato concreto. Siamo già in campagna elettorale e il governo dovrebbe evitare di utilizzare certi argomenti per fare propaganda”.

Solo i cinque stelle parlano di un discorso vuoto anche se,a loro volta, aprono al confronto d’aula e alla collaborazione “Un elegante trattato sul nulla. Discorso generico e senza soluzioni pratiche: una sorta di prosecuzione della campagna elettorale”.

“I problemi – afferma il capogruppo Valentina Zafarana – li conoscevamo abbastanza bene e meglio di noi li conoscono i siciliani, che li vivono sulla propria pelle. Ci sarebbe piaciuto conoscere anche qualche soluzione, al di là delle volenterose dichiarazioni di intenti. A tratti è sembrato di risentire il Musumeci versione campagna elettorale, il problema è che ora le cose che ha promesso le deve realizzare. Il tempo è scaduto, i siciliani aspettano soluzioni. Finora il tratto distintivo di questo governo è stata la lentezza, non possiamo permettercelo”.

“Noi – ha proseguito la deputata – saremo propositivi rispetto alle proposte del governo, ma saremo anche inflessibili nei confronti degli atti che non andranno in direzione degli interessi della collettività”.

“Dopo 65 giorni dalla data delle elezioni – ha affermato Cancelleri – ci aspettavamo molto di più. Musumeci dice che la Regione deve essere l’arbitro e non il giocatore? Il problema è che finora la Regione ha fatto lo spettatore e, purtroppo, ci sono tutti i presupposti perché continui a farlo. Si è avuta la sensazione di trovarsi di fronte ad un governo di protesta, altro che competenza. Questo è Musumeci, una brava persona elegante, ma assolutamente inconsistente”.

“Abbiamo sentito parlare di bilancio e di rinegoziazione dei debiti – ha detto Cancelleri – ho sentito che si è fatta un ‘operazione verità per raccontarci cosa non va. Potevamo leggere la relazione della Corte dei Conti e scoprire che quei dati erano contenuti nel giudizio di parifica. Questo governo poteva avviare una due diligence con la Corte dei Conti ma questa operazione non è stata fatta, forse perché se la Corte dei conti mette mano a quel bilancio trova responsabilità antecedenti che forse hanno anche responsabili dentro quest’aula”.
Poi riferendosi alle dichiarazioni del presidente della Regione sull’abusivismo di necessità, Cancelleri ha detto: “Musumeci ha affermato che non esiste l’abusivismo di necessità, salvo distinguere caso per caso”. “Sarà anche – ha detto il vicepresidente dell’Ars – che sono solo un geometra ma non capisco che significa abusivismo di necessità e valutazione caso per caso. Tutto questo rischia di essere solo una questione semantica”.

Dallo scranno Cancelleri ha anche rilanciato la proposta del taglio degli stipendi dei parlamentari che poterebbe ad un risparmio di 3,5 milioni l’anno, quella dell’abolizione del numero legale presunto e quella di portare la stampa dentro sala d’Ercole. “Scriverò a Micciché – ha detto – per chiedere di far entrare i giornalisti in aula, perché così potranno vedere ‘il teatro’ che si consuma dentro quest’aula”.

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