Palermo

Il governo spiega la manovra, incontro con la capigruppo all’Ars

Dopo la bufera sull’accordo Stato Regione è tempo di incontri spiegazioni e soluzioni. Tocca al Presidente della Regione Renato Schifani dimostrarsi un presidente ‘parlamentarista’ e segnare, almeno in questo, discontinuità col passato governo Musumeci. Schifani gioca la carta dei rapporti positivi, ben oltre quelli istituzionali, col Parlamento.

Incontro Schifani – Capigruppo

Così il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha incontrato a Palazzo d’Orleans i capigruppo della maggioranza dell’Assemblea regionale. Alla riunione, voluta dallo stesso governatore, erano presenti anche il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, e l’assessore delegato ai rapporti con il Parlamento, Roberto Di Mauro.

L’incontro descritto dagli uffici di Palazzo d’Orleans

L’incontro, svoltosi in un clima di grande disponibilità, è servito per fare il punto sulle priorità di questo avvio di legislatura e sul percorso parlamentare della prima Legge di stabilità e di Bilancio del governo Schifani. I capigruppo, apprezzando il momento di condivisione richiesto dal presidente della Regione, hanno concordato sulla presentazione di un documento finanziario snello, ma che si concentri su tre ambiti strategici

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I tre assi strategici della manovra

La manovra che andrà in aula a gennaio,m dunque, dovrà muoversi sui tre assi concordati: l’occupazione, per creare più posti di lavoro e sostenere le imprese; la sanità, per dare nuova linfa alle strutture sul territorio; il supporto agli enti locali per dare slancio alle progettazioni e cogliere nuove opportunità di finanziamento.

La polemica sull’Accordo Stato – Regione

Intanto il governo spiega perché la polemica sull’accordo con lo Stato che porta 200 milioni subito nelle casse della Regione ma costerebbe la rinuncia a nove miliardi in prospettiva, è infondata. L’accusa è partita dal deputato Cateno De Luca e poi è stata sposata dai 5 stelle e dal Pd.

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Il vice Presidente Sammartino difende l’accordo

“Temo che l’onorevole Cateno De Luca, politico di esperienza, non abbia avuto il tempo di leggere le carte e questo lo ha indotto a sbagliare la sua analisi” dice il vicepresidente della Regione, Luca Sammartino, spiegando la vicenda del presunto credito sulla sanità che la Regione Siciliana avrebbe avuto nei confronti dello Stato.

I nove miliardi sono solo fittizi, mai riconosciuti dalle sentenze

“Infatti – prosegue – il credito non è stato mai realmente riconosciuto da nessuno. Anzi, ci sono due sentenze della Corte Costituzionale che vanno esattamente nella direzione opposta. La prima è la 246 del 2012, quando la Regione impugnò il bilancio dello Stato proprio in merito a queste risorse e la Consulta considerò la richiesta inammissibile. La seconda è la 62 del 2020 con la quale è stato accolto il ricorso dello Stato contro la legge regionale 8 del 2018 che metteva in bilancio somme riferibili a questo presunto credito. Proprio da quest’ultima decisione è arrivato l’invito della Corte a trovare un accordo tra i due governi”.

Risultati concreti dopo 15 anni

“Dopo 15 anni, per la prima volta – conclude Sammartino – c’è un governo regionale che ha ottenuto dei risultati concreti: l’intesa, infatti, non riguarda solo i 200 milioni di euro ma prevede altri benefici economici per la Regione Siciliana anche nel 2023 e negli anni successivi. Inoltre, viene stabilito il principio che lo Stato deve rivedere il meccanismo di partecipazione della Regione alla spesa sanitaria”.

De Luca: “Sammartino si occupi dell’agricoltura siciliana, difende l’indifendibile”

Cateno De Luca non molla e replica: “Che l’on. Sammartino abbia ritenuto di dover intervenire in merito al tema sollevato da Sud chiama Nord e Sicilia Vera relativo all’accordo Stato Regione è di per sé una novità dal momento che fino ad oggi non ci eravamo accorti della sua presenza. E non vorremmo sottrarre valide braccia all’agricoltura, per questo lo invitiamo a continuare ad occuparsi dell’agricoltura siciliana.
Chi ha partecipato al tavolo tecnico col Mef sa bene come stanno le cose. Al di là dei 9 miliardi pregressi, ogni anno lo Stato dovrebbe versare alla Sicilia 600 mln di compensazioni. Altro che 200 milioni!
I termini dell’accordo sottoscritto da Schifani ai danni dei siciliani sono chiari, messi nero su bianco: per gli anni dal 2007 al 2021 non è dovuta alcuna compensazione finanziaria alla Regione; per l’anno 2022 è attribuito, in via forfetaria e a titolo definitivo, l’importo di euro 200 milioni; a decorrere dall’anno 2023 lo Stato si impegna ad individuare una soluzione al fine di concorrere progressivamente all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione regionale alla spesa sanitaria dal 42.50% al 49,11%.
Di fronte a tanta chiarezza il tentativo del buon Sammartino di difendere l’indifendibile cede miseramente sotto il peso della verità che emerge dall’accordo.
Noi quindi proseguiremo la nostra azione di difesa autentica della Sicilia anche dai leghisti in salsa Sicula che tentano di coltivare le proprie fortune politiche al guinzaglio della Lega.”

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