Il Salva Sicilia approdato in commissione Bilancio all’Ars scatena una vera e propria bufera. Ad innescare la miccia i gruppi parlamentari vicini al deputato Cateno De Luca. Gli esponenti politici in commissione Bilancio annunciano barricate per impedirne l’approvazione.

La Regione “rinuncia” a 9 miliardi?

“Finalmente – dice il deputato di Sicilia Vera, Cateno De Luca – abbiamo capito per quale motivo Schifani è stato mandato in Sicilia a ricoprire il ruolo di presidente della Regione. Basta guardare i termini della sottoscrizione dell’accordo Stato-Regione del 16 dicembre scorso. Con questo accordo la Regione rinuncia definitivamente ad oltre 9 miliardi di euro per avere da parte dello Stato appena 200 milioni di euro. Questa erogazione viene effettuata una tantum solo per consentire a Schifani di tentare di fare un raffazzonato bilancio della regione del 2023″.

I termini dell’accordo

L’accordo Salva Sicilia si baserebbe sulla rinuncia di risorse consistenti che riguardano l’arco temporale 2007- 2021. Si tratta di risorse che fanno riferimento alla “retrocessione delle accise” in attuazione dei commi 830, 831 e 832 dell’articolo 1 della legge 296 del 2006. Provvedimento che prevedeva una maggiore compartecipazione alla spesa sanitaria da parte della Regione Siciliana dal 42,50%, come per le altre Regioni, al 49,11%. Ma questo doveva riconoscere una retrocessione delle accise calcolata in circa 700 milioni di euro l’anno. La Regione, dal suo canto, non ha mai incassato queste risorse dal 2007 al 2021: “Nel frattempo, però, – attacca De Luca – la compartecipazione alla spesa sanitaria è stata applicata al 49,11% in luogo del 42,50% così come per le altre Regioni”.

L’attacco a Schifani a testa bassa

Renato Schifani, in quel periodo temporale a cui fa riferimento De Luca, ha ricoperto il ruolo di presidente del Senato: “E lui – aggiunge il parlamentare – nulla ha fatto per risolvere questa situazione. Abbiamo assistito ad una vera e propria truffa ai danni della Sicilia. A questa truffa si è reso responsabile lo stesso Schifani con il suo silenzio e disinteresse. Ovvero lo stesso Schifani che non ha mosso un dito per 15 anni, ora invece ha mosso una mano per infliggere il colpo di grazia alla Sicilia”.

Risorse che si perdono

“Schifani – rilancia De Luca – oggi accetta di sottoscrivere quest’accordo tra lo Stato e la Regione, rinunciando alle risorse previste per il periodo 2007-2021 per oltre 9 miliardi di euro. In cambio lo Stato concede alla Regione soltanto 200 milioni di euro. Somma che serve oggi a Schifani per tamponare i circa 800 milioni di euro che sono frutto della sentenza della Corte dei conti del 3 dicembre 2022 sulla parifica del rendiconto 2020. Alla luce di ciò il cosiddetto Salva Sicilia, approvato in commissione bilancio della Camera, fa sorridere”. Secondo De Luca Non si fa altro che dare la possibilità di spalmare in 10 anni il disavanzo del 2018 invece che in tre, come stabilito dalla sentenza della Corte dei conti.

Contrari all’accordo

“Siamo contrari a questo accordo Stato-Regione sul Salva Sicilia – conclude il parlamentare – e pretendiamo che prima di portare in assemblea questa legge truffa arrivino i documenti del tavolo tecnico. In commissione bilancio Sicilia Vera e Sud chiama Nord si opporranno alla sua approvazione. Se sarà necessario scenderemo in piazza con i siciliani e occuperemo Palazzo d’Orleans e Palazzo dei Normanni”.

L’altro De Luca (5 stelle), “Schifani spieghi o non votiamo le variazioni”

“In Sicilia corsi e ricorsi di vichiana memoria sono la costante e, purtroppo, quasi sempre in negativo. Vorremmo capire bene quali sono, nei minimi dettagli, i termini dell’accordo chiuso da Schifani con Roma, che poterebbero in Sicilia una mancetta in cambio dei miliardi dovuti dallo Stato per la maggiore compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria. Era salito a Roma a chiedere 650 milioni, è tornato con 200, rinunciando a più di 8 miliardi derivanti dalla compensazione finanziaria per gli anni 2007 al 2021” afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca.

“Sembra di rivedere – continua Antonio De Luca – la storia del disastroso governo Crocetta, che in cambio di poco più di 500 milioni cash rinunciò a contenziosi con lo Stato che avrebbero potuto portare nelle casse della Regione cifre ben più alte. Noi non ci stiamo: questa politica che non guarda più avanti del proprio naso è una sorta di pilota automatico verso il disastro di cui pagheranno le conseguenza le prossime generazioni. Schifani venga in aula a riferire prima della variazione di bilancio. Non siamo disposti a firmargli assegni in bianco, specie se la firma apposta non è con l’inchiostro ma col sangue dei siciliani”.

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