Da Palermo parte una nuova proposta all’interno del PD: una rappresentanza della base Dem si è riunita questa mattina nella sede del partito in via Bentivegna per presentare un nuovo asse all’interno del contesto progressista. Un gruppo omogeneo e che si unisce attorno alla figura di Carmelo Miceli, attuale consigliere comunale di Palermo e candidato alle prossime elezioni regionali.

La nuova proposta all’interno del PD

Ad affiancare l’avvocato il candidato nel collegio plurinominale Erasmo Palazzotto, Antonio Rubino e i primi quattro non eletti delle scorse amministrative a Palermo: Fabio Teresi, Milena Gentile, Giovanni Raineri e Marco Frasca Polara. Rappresentanti della corrente Riformista e di quella Orfiniana che hanno deciso di dare un segno di discontinuità rispetto alle scelte della dirigenza del partito. Nessuna rottura però, soltanto la creazione di un gruppo che possa dare una risposta concreta alla destra siciliana, attualmente in vantaggio nei sondaggi. Ma, chiariscono i presenti, in caso di sconfitta al prossimo election day ci sarà bisogno di un dibattito all’interno del gruppo Dem.

Miceli: “Impedire alle peggiore destra di governare”

Nessuna nuova corrente tiene a precisare, ai microfoni dei giornalisti, il parlamentare nazionale Carmelo Miceli. Una proposta che l’esponente Dem sintetizza così. “E’ da tempo che siamo il cuore pulsante del PD. Noi c’eravamo, ci siamo e ci saremo. Questa è la nostra casa. Chi pensa che il nostro impegno dipenda dalla posizione che ci viene consentita dalle varie tornate elettorali, non ha capito nulla delle nostre storie. La nostra battaglia è quella di impedire di governare alla peggiore destra del nostro paese. La campagna elettorale è iniziata con un attacco al presidente della Repubblica. Non si può nascondere che c’è un attacco alla libertà dell’individuo”.

Un candidatura a sostegno del profilo di Caterina Chinnici che, in caso di successo, potrebbe aprire a nuovo scenari fra Sala d’Ercole e Sala delle Lapidi, con Miceli che potrebbe rinunciare al posto da consigliere comunale in favore proprio di uno dei presenti, ovvero Fabio Teresi. A proposito della campagna elettorale e della poca visibilità politica messa in campo dalla candidata del centrosinistra, il parlamentare nazionale replica così. “Sembra che a non decollare sia la campagna elettorale di Renato Schifani. Non era il candidato di nessuno, nè della Meloni, nè di Cuffaro“.

“Schifani non era il candidato di nessuno”

“Era il feticcio – prosegue Miceli – la mummia perfetta, per continuare a mantenere l’equilibrio sterminato sulla figura di Nello Musumeci. Non era il candidato nemmeno del suo partito. L’unica cosa che gli ho sentito dire è l’endorsment a Caterina Chinnici, dove gli ha tessuto le lodi. La campagna elettorale del centrosinistra è infatti di un collettivo. Non facciamo i fenomeni. Siamo in giro casa per casa, strada per strada per conquistare ogni centimetro utile che, infine, possa portarci alla vittoria”.

Sulla leadership di Barbagallo, Miceli tiene a precisare che non ci sarà nessuna spaccatura, anche se ci sarà bisogno di un dibattito interno post elettorale. “In questo momento storico non rinneghiamo quello che abbiamo detto fino a ieri. Rinviamo ogni discussione al 26 settembre. Speriamo che ci sia l’occasione per festeggiare e lodare gli altri. Se non sarà così, si aprirà una discussione all’interno del partito e diremo la nostra”.

 

 

 

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