Non le ha mandate a dire ai direttori dei grandi teatri siciliani il presidente della Regione Nello Musumeci, tacciati, senza tante edulcorazioni, di arroganza, almeno quanta certa politica. A conclusione della sua partecipazione all’incontro sui teatri minori, svoltosi questa mattina a villa Malfitano, il Governatore non ha lesinato invettive contro i vertici teatrali.

“Io sono – ha detto Musumeci – un presidente della Regione che quando va a teatro paga il biglietto e non conosce i direttori, nemmeno dello stabile di Catania. Mi sarei aspettato maggiore umiltà da parte dei vertici dei grandi teatri, una volta nominati e non certo vincitori di concorso”.

“Pensano di vivere in un loro mondo, scevri dalla Regione che considerano soltanto come erogatrice di fondi. Mi sarei aspettato che, con garbo istituzionale, si presentassero davanti al presidente della Regione per condividere che tipo di teatro intendano fare. Mettiamoci d’accordo fin dall’inizio se vogliamo procedere per cinque anni: niente supponenza da parte di chi governa, ma neanche da chi si considera èlite culturale”.

“Questa è condizione essenziale altrimenti il mondo dello spettacolo potrà protestare quanto vuole, ma non troverà mai in me interlocuzione. Non accetto atteggiamenti improntati alla presunzione che la politica non debba occuparsi del teatro. Sono convinto che ci voglia meno politica nel teatro e meno teatro nella politica, ma chi governa deve sapere come viene speso il denaro pubblico: non è un mio diritto saperlo ma un mio preciso dovere”.

Si tratta del secondo affondo a sorpresa in due giorni da parte del Presidente della regione che ieri ha attaccato i dirigenti regionali definendo alcuni di loro criminali e scatenando un vespaio di polemiche

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