“Il Governo regionale non andrà più in Aula fino a quando non sarà abrogato il voto segreto. Ho già chiesto ai rappresentanti del centrodestra nella Commissione regolamento all’Ars di richiedere la formale convocazione dell’organo per procedere di conseguenza. Ho già anticipato la volontà del governo al presidente del Parlamento Miccichè”.
A dirlo, in una nota, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che dichiara la sua guerra aperta al voto segreto ma non soltanto a quello. Dopo che la riforma dei rifiuti è stata impallinata in aula Musumeci non intende più sottoporre il suo Governo a questo fuoco di fila ed è pronto anche ad azioni eclatanti. Lo ha già detto ieri stesso con toni sopra le righe, letteralmente urlando in aula. E oggi lo ribadisce.
Quello che è successo ieri, col senno di poi, è abbastanza chiaro. Qualcuno ha invocato un voto segreto ma restando nell’ombra. La richiesta è stata supportata e nel segreto dell’urna si sono consumati i tradimenti incrociati. C’è chi dall’opposizione ha votato a favore e chi dalla maggioranza ha votato contro. Di fatto la norma è saltata per interessi inconfessabili grazie alla bocciatura dell’articolo uno, cardine dell’intera legge.
Il Governo vuole andare avanti ma annuncia che non si presenterà in aula neanche il prossimo martedì 12 novembre quando la seduta è stata aggiornata. Questa mattina è stata cancellata la seduta della Commissione ambiente che era stata convocata per discutere i punti controversi della riforma. Ma saltato l’accordo con le opposizione anche il Governo ha deciso di non rispettare la parte rimanente di quell’accordo e dunque il ritorno in commissione, già bocciato dall’aula, non è più necessario.
Ma adesso la riforma così come l’intera manovra governativa rischia di impantanarsi. Un anno fa Musumeci decise di non proseguire nella sua guerra al voto segreto per evitare uno scontro all’arma bianca. Questa volta sembra, invece, intenzionato ad andar avanti e succeda quel che deve succedere ivi compresi i rischi di chiusura di questa esperienza di Governo se mai si dovesse arrivare all’estrema ratio.
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