Ci sono anomalie nella vicenda giudiziaria e amministrativa che ha portato allo scioglimento dell’amministrazione comunale di Scicli. E’ una delle conclusioni a cui è giunta la relazione della Commissione regionale antimafia sul ciclo dei rifiuti e su tutte le vicende ad esso collegate.

La relazione  è stata presentata dal presidente dell’Antimafia siciliana, il giornalista e politica  notoriamente schierato nel fronte antimafia della così detta società civile a prescindere dal ruolo politico, Claudio Fava. Ma, complice l’emergenza covid19 che ha riempito i giornali e che è stata ed è l’argomento prioritario ricercato dai lettori, l’intera vicenda non ha avuto particolare attenzione.

Eppure a margine della presentazione di quella relazione è esplosa una polemica fra Fava ed un altro giornalista “antimafia”: Paolo Borrometi, che avrebbe accusato la Commissione di ‘mentire’ su questa vicenda.

Una polemica aperta e dura fra due fazioni dell’antimafia. Una antimafia sempre più spaccata che purtroppo ci ha abituato, negli ultimi anni,a spaccature e polemiche e, in qualche caso certamente non associabile a questa vicenda, ha anche mostrato la commissione di presunti reati in base alle indagini portate avanti dalla magistratura, ad esempio, nei confronti di Antonello Montante.

definito il contesto di una antimafia ‘civile’ che sembra sfaldarsi, ecco che anche la polemica fra fava e Borrometi finisce in un’aula di tribunale. Almeno questo l’annuncio che da il Presidente della Commissione Antimafia regionale Claudio Fava in una intervista rilasciata al direttore di Ragusa Oggi Enzo Scarso.

La vicenda che porta allo scontro la racconta Fava “Abbiamo cercato di capire se fosse una semplice coincidenza che una amministrazione di mette di traverso rispetto agli impianti privati (di smaltimento dei rifiuti ndr) e accadono due  cose, che partono due indagini penali sugli amministratori e parte un accesso prefettizio che porta allo scioglimento del comune”.

Fava spiega, nella qualità di parlamentare e presidente dell’Antimafia, quali sono i dubbi, inquietanti, che la commissione si è posta “Ci siamo fatti questa domanda perchè in tre casi, quelli che riguardano i comuni di Scicli, Siculiana e Ragalbuto, le indagini penali si sono concluse con proscioglimenti in istruttoria o assoluzioni in giudizio per gli amministratori dunque le indagini non hanno portato a nessun risultato”.

Parlando in particolare di Scicli Fava precisa “Un giorno l’amministrazione di Scicli dice no alla richiesta di autorizzazione per la nuova discarica e il giorno successivo parte una indagine penale nei confronti del sindaco Susinno e il giorno ancora successivo arrivano gli ispettori mandati dal prefetto che poi porteranno al procedimento di scioglimento del Comune”.

Una sequenza che fava definisce imbarazzante “Soprattutto per il modo in cui si conclude la vicenda del processo a Susinno, con una sentenza che nelle motivazioni dice che è incredibile che l’accusa abbia superato la fase istruttoria”

Fava parla di “un “teatro messo in piedi al Comune” e di una narrazione di stampa di una “cupola mafiosa” smentita dall’indagine. E poi sottolinea come “i commissari prefettizi abbiano poi dato il via libera all’impianto che l’amministrazione aveva bloccato”

“Abbiamo chiesto a Paolo Borrometi – dice Fava- visto che erano stati pubblicati molti articoli in cui si sosteneva con toni particolarmente accesi l’opportunità di sciogliere quel comune sino ad una interrogazione di 200 righe del senatore Lumia pubblicata integralmente, se avesse pubblicato anche un articolo sul manifesto ad opera di numerosi intellettuali e personalità di assoluto pregio orale che invece sosteneva che Scicli non meritava lo scioglimento”

Un articolo che non si trovava “I nostri funzionari non lo trovavano e  lo abbiamo chiesto a lui. Nonostante le numerose sollecitazioni che Borrometi ha ricevuto fino alle 11,11 del 2 marzo questo articolo non è mai comparso – sostiene Fava – ma alle 11,47 del 2 marzo l’articolo compare sul sito”.

“La polemica non c’è nel senso che abbiamo pubblicato ciò che sapevamo. Poi scopro da un articolo di stampa che Borrometi avrebbe calato questo articolo sul suo sito il 2 marzo 45 minuti dopo aver ricevuto l’ennesima sollecitazione e lo ha retrodatato al 20215. Non soltanto, se è vero quello che è stato ricostruito da generazione zero, ha organizzato questa roba da tre carte ma poi da del falso alla Commissione Antimafia”.

“Se non arriveranno le sue scuse entro e non oltre lunedì mattina noi abbiamo avuto mandato per rivolgerci in sede penale ad una giustizia che tuteli il buon nome della Commissione Parlamentare che è stata accusata pubblicamente su una pagine facebook ripresa da numerosi organi di stampa di aver scritto il falso. Io ho 63 anni e faccio ilg giornalista da 42 e nessuno mi ha mai potuto dire di avere scritto il falso soprattutto nella mia funzione di presidente di una Commissione di inchiesta parlamentare…siamo di fronte ad una vicenda che col giornalismo non ha niente a che fare”

“L’antimafia è una etichetta sotto la quale si può nascondere di tutto, è una parola che non può servire come autocertificazione”.

Ma le scuse di Borrometi non arriveranno. Al contrario arriva su facebook un’altra dose di accuse che parte da un post di Fava che aveva preceduto l’intervista. “Leggo un post del Presidente Claudio Fava che mi ha lasciato allibito – scrive Borrometi -. Si dice infatti, in tale post, che un articolo che ho pubblicato il 15 marzo del 2015 sarebbe stato manomesso. Io non mi sono MAI sognato di manomettere alcunché, ma ho solo richiamato nella mia nota di chiarimento (di qualche giorno fa) in risposta a quello che si diceva nella Relazione dell’Antimafia Regionale sui Rifiuti il mio precedente articolo”.

Borrometi prosegue “Aggiungo inoltre che non ho inteso offendere nessuno, ma solo ristabilire la verità dei fatti rispetto a quello che ho letto nella Relazione, nella quale risultava, appunto, che non avessi pubblicato l’articolo sull’appello contro lo scioglimento del Comune di Scicli”.

E poi la stoccata finale che fornisce la certezza che questa vicenda proseguirà nei tribunali “E’ evidente che procederò per le vie legali in ogni sede contro chi sta alimentando calunniose insinuazioni e sospetti nei miei confronti.
La dignità non ha prezzo”.