Non ci stanno alcuni genitori di alcuni studenti della scuola Garibaldi – Rapisardi, che si trova a Villa Gallidoro, in via delle Croci, alla presa di posizione e alla protesta di qualche altro genitore che ha lamentato questa mattina il trasferimento di alcune lassi nel plesso dell’istituto Serpotta, che, almeno secondo quanto denunciato, non presenterebbe “le minime condizioni di sicurezza”.

Polemiche tra genitori

“Dal Garibaldi al Serpotta – questa mattina avevano denunciato alcuni genitori -, nonostante la buona volontà del dirigente scolastico reggente, ci vorrebbe un miracolo per far diventare il Serpotta una scuola degna di questo nome e paragonabile al Rapisardi-Garibaldi presso Garibaldi via delle Croci”.

E’ una mamma e un avvocato a farsi portavoce dei genitori che, al contrario, accettano di buon grado il trasferimento momentaneo nelle classi del Serpotta. “La Serpotta è perfettamente munita di agibilità e al primo piano ospita una scuola dell’infanzia – dice a BlogSicilia Benedetta Zerbo, mamma di una bambina che fra quanta il Garibaldi – Rapisardi. C’è anche un verbale di sopralluogo della preside redatto dopo alcuni problemi di infiltrazione”. Tra l’altro, sottolinea, “la scuola pulita fino a ieri sera”.

La replica dell’avvocato Zerbo è perentorio

Alcuni genitori sono saltati dalla sedia stamani dopo ave letto le dichiarazioni di un genitore che ha detto di parlare a nome di altri genitori. “Abbiamo iscritto i figli in zona libertà e ora ci ritroviamo al Borgo Vecchio – dice Gaetano Montagnino, un rappresentante dei genitori – Chiediamo la didattica a distanza o turni invece di portare i bambini in un plesso non idoneo”. La replica dell’avvocato Zerbo è perentorio: “Non mi associo al alcun intento discriminatorio – dice – Il fatto che ci sia un genitore che si lamenta del fatto di aver iscritto il proprio figlio in una scuola del quartiere Libertà e che si ritrova in una scuola del Borgo Vecchio, lo trovo discriminatorio”.

“Una strumentalizzazione”

“Mi sembra una strumentalizzazione il fatto che alcuni genitori chiedono il ritorno in didattica a distanza – continua la mamma – ma la Dad è la morte scolastica dei nostri ragazzi”.