Come ogni anno, ormai ne sono trascorsi 26 da quel tragico 23 maggio 1992, due cortei quello partito dall’aula bunker e quello partito da via D’Amelio si sono ricongiunti ancora una volta sotto l’albero Falcone,  in via Notarbartolo.

Alle 17,58, orario dell’esplosione nell’autostrada A29 in cui persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesco ed i tre agenti della scorta, è stato intonato il “silenzio”. Momento conclusivo di un’intensa giornata nel segno della memoria e dell’ impegno per la legalità nel ricordo di Falcone ma anche di Paolo Borsellino.

Una mattinata iniziata presto stamane a Palermo con l’arrivo della nave della legalità con a bordo mille ragazzi provenienti da tutta Italia salpata ieri da Civitavecchia, settantamila gli studenti coinvolti in progetti per la legalità su tutto il territorio nazionale.

La giornata è poi continuata poi all’aula bunker con un incontro a cui hanno preso parte il presidente della Camera Roberto Fico, che si è soffermato a scattare selfie con gli agenti ed i ragazzi, il procuratore nazionale antimafia  Federico Cafiero De Raho, il ministro dell’Interno Marco Minniti ed il capo della Polizia Franco Gabrielli, il ministro Valeria Fedeli, Maria Falcone e Pietro Grasso.

Da qui poi la partenza dei due cortei. Il corteo di via D’Amelio si è snodato dietro lo striscione con la
scritta “Insieme per non dimenticare”,  partito, tra palloncini tricolore, che ha visto il coinvolgimento di tremila studenti, scout e cittadini. Slogan contro la mafia hanno animato la marcia, assieme a canzoni e al ricordo delle altre vittime della mafia. Al fianco del corteo anche la “Bibliolapa” ideata da Rita Borsellino, sorella del magistrato, che ha assistito alla partenza del corteo dal balcone della casa di via D’Amelio.

Analogo procedere seppur con una diversa partenza e percorso ha seguito il corteo partito dall’aula bunker. Anche qui tanti i palloncini, le bandiere dell’Associazione Libera, gli striscioni e le magliette che hanricordano i due magistrati uccisi dalla mafia e la loro scorta.

“Palermo è nostra e non di Cosa Nostra”, hanno scandito i ragazzi che hanno cantato e suonato durante la marcia fino all’albero Falcone.

“Cosa Nostra pensava di ucciderli ma invece li ha resi immortali”, ha scandito poco prima dal palco il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Rhao, che ha aggiunto: “Le mafie saranno battute da noi tutti insieme”.

“Palermo non è mafia – ha detto nel suo intervento Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso – ma è anche mafia. Chi oggi, dopo anni, ha steso le lenzuola sui balconi, vuole dirci che è con noi”.

In piazza anche il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, la celebre fotografa Letizia Battaglia. Sul palco anche Nando Dalla Chiesa, figlio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, secondo il quale Palermo, nonostante tutto, “ha saputo resistere”. L’ex presidente del Senato Pietro Grasso ha poi fatto notare che ”siamo sempre di piu’, e questo ci da’ speranza e coraggio”.