“Problematiche di interesse degli enti locali”, questo il punto all’ordine del giorno dell’audizione in I commissione Affari Istituzionali all’Ars cui ha preso parte, questa mattina, l’Anci Sicilia.

La delegazione dell’Associazione dei Comuni ha sottolineato: “Ancora una volta chiediamo l’attenzione del Parlamento siciliano su questioni che riguardano l’ordinamento degli enti locali dell’Isola. Ancora una volta registriamo un’asimmetria tra le norme nazionali e quelle regionali”.

Nei giorni scorsi Leoluca Orlando, presidente dell’Anci Sicilia, aveva sollevato la questione: “L’aumento dell’indennità dei sindaci previsto dalla Finanziaria varata dal Governo Draghi non riguarda gli amministratori della Sicilia”.

L’Anci “Ribadiamo richiesta adeguamento a normativa nazionale”

E continua: “Ribadiamo la richiesta di un pieno e tempestivo adeguamento della normativa regionale a quella nazionale in merito all’indennità per i sindaci (art.1 della legge 30 dicembre 2021, n. 234 – legge di bilancio 2022) e sul terzo mandato per i comuni fino a 15 mila abitanti. A livello nazionale la norma sul terzo mandato ha già passato il vaglio di un ramo del Parlamento con approvazione della disposizione alla Camera dei deputati. Si tratta adesso di intervenire immediatamente per evitare di fare un passo indietro rispetto alla normativa nazionale”.

In merito alle indennità per i sindaci, l’Anci Sicilia ha precisato che “Si continua a realizzare una gravissima e ingiustificata discriminazione a danno degli amministratori degli enti locali dell’Isola. In più, bisogna ricordare che l’adeguamento delle indennità dovrà riguardare anche vice sindaci, assessori e presidenti dei Consigli comunali”.

“Esclusi i Comuni delle Regioni a statuto speciale”

“Tale disposizione – ha fatto notare nei giorni scorsi il presidente dell’Associazione dei comuni siciliani – esclude i Comuni delle Regioni a statuto speciale e, quindi, gli amministratori degli Enti della Regione Siciliana, anche dal riparto delle risorse previste per la copertura del maggior onere sostenuto dai comuni per la corresponsione dell’incremento delle indennità. Per tali finalità, infatti, la norma nazionale ha stanziato un importo di 100 milioni di euro per l’anno 2022, 150 milioni di euro per l’anno 2023 e 220 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024”.

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