“Nemmeno l’esercizio provvisorio, si va verso la gestione provvisoria per la seconda volta consecutiva. Questo governo regionale del nulla è la dimostrazione plastica che una volta raggiunto il fondo si può sempre scavare, ed i fatti dicono che Musumeci e i suoi assessori sono evidentemente dotati di una trivella di ultimissima generazione”. Lo afferma Giovanni Di Caro, capogruppo del M5S all’Ars, commentando il ritardo del governo Musumeci nel varo della legge finanziaria.

“Per la seconda volta di fila si farà ricorso alla gestione provvisoria”

“Nelle infinite e fasulle promesse della campagna elettorale, smentite poi quasi in toto dai fatti, o meglio dai misfatti di questa fallimentare legislatura – dice Di Caro – Musumeci aveva sbandierato ai quattro venti che non avrebbe mai fatto ricorso all’esercizio provvisorio. Ebbene, non solo lo ha fatto 5 volte su 5, ma è riuscito a fare ancora peggio, ricorrendo per due volte consecutive perfino alla gestione provvisoria, visto che anche per quest’anno questa procedura appare ormai scontata, considerato che non ci sono ormai i tempi tecnici per votare il ddl per l’esercizio provvisorio”.

“La sconteranno i siciliani con tanti capitoli di bilancio a zero”

E conclude: “Sarà una gestione provvisoria che sconteranno i siciliani sulla propria pelle, con tanti capitoli di bilancio a zero. Ma, evidentemente, a Musumeci questo importa poco, preso com’è dalla campagna elettorale, per la quale ha già stampato i volantini, e dal tentativo di fare passare la favoletta di un centro destra idillicamente unito e in perfetta simbiosi, salvo poi essere puntualmente smentito dai voti dell’Ars, dove tante norme governative hanno trovato semaforo rosso proprio nei componenti della sua maggioranza, granitica come una tavoletta di burro”.

L’Ars convocata per il 30 dicembre

L’Assemblea regionale siciliana è stata riconvocata per il 30 dicembre. Se non ci saranno ostacoli in commissione potrebbe approvare la semplice norma di esercizio provvisorio e rinviare qualsiasi altra discussione alla metà di gennaio evitando qualsiasi ritardo nel pagamento di stipendi e spese ordinarie.