Un tavolo tecnico per fare chiarezza sull’impatto ambientalye del Muos di Niscemi anche alla luce del principio di salvaguardia della salute dei cittadini “e per il rispetto della legalità nella Sughereta di Niscemi per la quale il M5S si è sempre battuto”. Ma non solo: riconvertire il Cara di Mineo rendendolo il nuovo centro operativo della cybersecurity italiana.
Sono tanti i progetti e gli obiettivi di Gianluca Rizzo, deputato grillino del Calatino e presidente della commissione Difesa di Montecitorio. Per Rizzo, il ‘governo del cambiamento’ è una realtà innegabile e ne parla in una sorta di bilancio del suo primo anno proprio alla Difesa.
“Sono soddisfatto del mio ruolo di garanzia – dice-. La commissione sta lavorando bene, con il contributo costruttivo di tutti i gruppi parlamentari. Certo possiamo ancora migliorare, ci sono tante domande nel mondo della Difesa a cui dobbiamo rispondere”.
Sono davvero tanti i provvedimenti trattati dalla Commissione nell’ultimo anno, quali i più importanti?
Ci sono i temi della difesa europea come il Piano per la mobilità militare europea o il Fondo industriale europeo di difesa che abbiamo approvato con rilievi significativi per i quali abbiamo ricevuto il ringraziamento, per la serietà del lavoro svolto, della Commissione europea. C’è la vicenda delle missioni militari all’estero che abbiamo affrontato seguendo l’evolversi di alcuni scenari, come in Libia. C’è il tentativo di dare una risposta legislativa ai diritti dei militari di associarsi in sindacato, diritti che i militari si sono guadagnati con i ricorsi alla Corte dei Diritti dell’Uomo e alla Corte Costituzionale e che aspettano di essere codificati in una legge dello Stato. Abbiamo ascoltato in commissione personalità di grande rilievo, tra le quali il Ministro della Difesa, i capi di Stato maggiore, giuristi, esperti di studi strategici.
Diverse le missioni svolte dalla Commissione Difesa…
Intanto vorrei ricordare i numeri che abbiamo prodotto in commissione, in questo primo anno: 444 sedute di lavoro per un totale di 196 giorni di seduta, in totale abbiamo svolto 10 missioni ufficiali e diverse altre a titolo di parlamentare della Repubblica Italiana.
Tra le missioni di commissione effettuate, se proprio ne devo scegliere una, quella che abbiamo svolto in Libano è stata sicuramente la più toccante e dalla quale ho imparato tanto. Ho avuto modo di ascoltare dalle autorità libanesi e dai colleghi parlamentari della Commissione Difesa di quel Paese parole non solo di rispetto, ma di elogio e riconoscenza dei nostri militari. Da queste parole ho capito che siamo sulla strada giusta e che è questa la direzione nella quale continuare.
Qual è la situazione della presenza militare in Sicilia e quale ‘posizione’ può assumere l’Isola nell’ambito dell’Alleanza Atlantica?
La Sicilia è collocata nel cuore del Mediterraneo, motivo per il quale abbiamo una forte presenza di basi Nato. Il ruolo della Sicilia in questo senso è strategico, qui passano i flussi migratori, le tensioni dell’altra sponda del Mediterraneo, le nuove minacce alla sicurezza globale. Ma è dai cittadini che arriva il riscontro più gratificante. Sono tantissimi i ragazzi e le ragazze siciliani che si arruolano nelle Forze Armate e contribuiscono alla difesa della Patria. Sarebbe ottimo che tutti questi militari potessero svolgere il proprio servizio in strutture collocate in Sicilia o comunque vicine all’Isola. Servirebbero più caserme e basi militari.
Dopo la sua proposta di qualche tempo fa sulla riconversione del Cara di Mineo per aumentare la sicurezza del Paese, c’è stato anche un sopralluogo dei tecnici delle Forze Armate. Potrebbe diventare realtà?
Il sopralluogo è avvenuto quando c’erano ancora alcuni ospiti in struttura. Pare che non abbia avuto esito positivo ma io ribadisco che in Commissione Difesa siamo disponibili a prendere in esame qualsiasi progetto che parta dal recupero e valorizzazione di quest’area. Un elemento fondamentale di questi progetti, a mio avviso, è che siano capaci anche di rilanciare l’economia locale.
E sul Muos, cosa può dirci?
Aspetteremo le evidenze del tavolo tecnico. Dispiace assistere alla totale assenza del governatore Musumeci, che a quanto pare ritiene conclusa la vicenda.
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