“Ho sentito Matteo Salvini prima che scoppiasse il caso La Vardera e Salvini mi aveva fatto i complimenti per il risultato personale ottenuto, ma al tempo
stesso mi ha detto di essere stato molto deluso da tutto quello che è successo”. Lo ha detto Francesco Vozza, del movimento ‘Noi con Salvini’, commentando con alcuni giornalisti il caso della candidatura bluff di La Vardera che sarebbe stata portata avanti per realizzare un video. Vozza, con 501 preferenze, è risultato il più votato ma non entrerà in consiglio comunale perché la lista non ha superato la soglia di sbarramento.

“La candidatura di La Vardera è nata per volontà di Alessandro Pagano, coordinatore del movimento per la Sicilia occidentale. Salvini si è giustamente fidato del nostro coordinatore e il risultato è stato un disastro – ha aggiunto Vozza – una candidatura nata per bloccare la mia, quando mi sono proposto Pagano mi ha riso in faccia, invece con me probabilmente avremmo ottenuto un risultato superiore al 5% facendoci entrare in consiglio comunale, e con una candidatura politica mia o di altri di certo non saremmo finiti sulle Iene”.

Posizione peraltro sposata da tutta la base dei militanti di Noi con Salvini Palermo e Caltanissetta in un documento:   “Le deludenti elezioni palermitane
hanno evidenziato che se non si conosce il territorio si compiono dei disastri. La comunità militante palermitana del movimento ‘Noi con Salvini’ chiede l’intervento dei vertici della Lega. L’onorevole Alessandro Pagano ha agito di testa sua decidendo, contro la nostra opinione, di presentare ai vertici della lega un ragazzetto rivelatosi alla fine un giullare che ha danneggiato l’immagine del partito a Palermo”.

Nel documento si definisce “Un flop il risultato della lista, nemmeno il 3% ottenuto con tre simboli insieme – si legge – Pagano ci ha commissariato, vietando l’utilizzo del simbolo per qualunque tipo di manifestazione. Il coordinamento regionale non è stato in grado di offrire una proposta politica credibile, rinunciando a battere su tematiche sovraniste e identitarie per paura di perdere il voto moderato e mettendo insieme a pochi giovani volenterosi tanti vecchi della politica molto vicini a tutto quel mondo che ha già amministrato Palermo e la Sicilia in generale”.

C’è rabbia contro Pagano, accusato di aver “tenuto la base ai margini del partito sostenendo più volte la nostra inutilità a fini elettorali”. “Non possiamo chiedere le dimissioni di Pagano – dice Francesco Vozza – ma il partito faccia un’analisi su quanto successo e Pagano se ne assuma la responsabilità. Ho
sentito il segretario nazionale del movimento, Angelo Attaguile, che si è detto molto rammaricato della situazione”.