Castelbuono e Geraci dicono la loro sull’episodio di aggressione all’arbitro in occasione del derby delle Madonie fra le proprie squadre. Per il Castelbuono ha rilasciato un’intervista il consulente Vincenzo La Grua, che ha criticato la scelta del direttore di gara, reo a suo dir di aver ingigantito la vicenda.

“Sull’episodio incriminato posso dire che non è assolutamente vero che ci sia stato un pugno. Calvaruso ha protestato pesantemente e verbalmente, ma ha “solo” stretto il polso dell’arbitro dicendogli che stava facendo una cavolata. Lui invece si è messo a piangere e ha sospeso tutto”.

“Come società condanniamo il gesto del nostro calciatore – prosegue La Grua -, corretta anche l’espulsione, ma da qui a sospendere la partita ce ne vuole. Non è successo nulla di così grave da poter giustificare questa condotta da parte del signor Lipari”.

Il dirigente del Castelbuono tiene a precisare anzi, una presunta antipatia che Lipari avrebbe avuto nei confronti della sua squadra: “Dall’inizio non ha fatto altro che fischiarci falli contro, seppur inesistenti. E’ arrivato al campo decisamente prevenuto. Un mio ragazzo si è spaccato il sopracciglio e lui l’ha invitato ad alzarsi dicendogli che non aveva nulla”.

“Ribadisco – dice La Grua -, che Calvaruso ha sbagliato. L’arbitro non si tocca, ma era nervoso per via della pessima preparazione e del mancato rispetto che ci ha mostrato. Poteva espellere il giocatore e proseguire per i restanti tre minuti. Così ci ha rovinato un calciatore”.

Da Geraci arrivano notizie più o meno fedeli a quanto sostenuto dai membri del Castelbuono. A commentare l’episodio è stato un giocatore dei padroni di casa: “Io personalmente non ho visto in quell’attimo perchè ero girato di spalle, ma dal racconto dei miei compagni so che Calvaruso ha strattonato e forse ha messo una mano in faccia. Non un pungo, però, questo è sicuro”.

“Anche noi siamo rimasti stupiti dalla decisione dell’arbitro, può capitare che a causa del nervosismo un giocatore spintoni il direttore di gara, lo si espelle e basta. Anche perchè – ci tiene a precisare il giocatore -, tutti siamo andati a tranquillizare il signor Lipari. C’erano anche i carabinieri che gli hanno detto che non stava succedendo nulla di grave”.

“Non credo che si sia sentito minacciato, non c’erano neanche tifosi. Noi l’abbiamo sostenuto e invitato a proseguire il match perchè l’episodio era concluso e non c’era motivo che temesse per la sua incolumità. Lui si è quasi messo a piangere e ha detto che non se la sentiva di arbitrare”.

Le due società, dunque, si trovano d’accordo sul fatto che l’episodio sia stato palesemente ingigantito e che non sussistessero i presupposti per interrompere a tre minuti dal fischio finale l’incontro. Ciò che è certo è che in questi casi a fare fede è il referto arbitrale e tutto dipenderà da ciò che scriverà, nel proprio, il signor Lipari di Trapani.