Il Circolo del tennis di Palermo, che si trova alla Favorita, potrebbe vedersi costretto a pagare una cifra esorbitante richiesta dal Comune. Il Comune chiede circa 4,5 milioni per il pagamento della Tosap e delle sanzioni.
La commissione tributaria provinciale ha riconosciuto fondate le richieste di Palazzo delle Aquile, benché siano state ridimensionate la pretesa di circa 4 milioni a titolo di sanzione non sia stata accolta.

L’operazione per il recupero delle tasse

Si tratta del primo round della questione, una vittoria della dirigente dei Tributi, Maria Mandala, oggi capo area, che ha sempre tenuto il punto della sua tesi. Anche se per cantare definitiva mente vittoria bisognerà attendere le decisioni di secondo grado. Lo riporta il Giornale di Sicilia. L’operazione si inserisce in una generale operazione di recupero delle tasse, avviata dagli uffici secondo cui i titolari di concessioni che occupano un’area pubblica devono anche saldare la Tosap. Nel 2019 sono partiti centinaia di avvisi di pagamento a circoli, capannoni, centri ricreativi, parcheggi, club. I calcoli del Comune arrivano a quantificare una pretesa di oltre 8,5 milioni di euro che include la sorte principale, gli interessi e le sanzioni, non solo per omesso pagamento, ma anche per omessa denuncia.

Il maxi avviso di accertamento

Il Circolo del tennis, da decenni, versa ogni anno un canone e mai era stata richiesta la Tosap. Nell’autunno 2019, però, il Comune cambia il suo orientamento e ha recapitato il primo maxi avviso di accertamento. Il Circolo ha provato a risolvere la vertenza in sede extragiudiziale ma, di fronte al silenzio dell’ufficio rispetto alle controdeduzioni, ha impugnato gli atti davanti al giudice tributario. Secondo il circolo, l’area sarebbe della Regione e non del Comune che, invece, dispone dell’uso. Ma per la Commissione tributaria la tassa va versata. La questione però continuerà in appello.

Le critiche

Se si dovesse confermare la posizione, per le casse di Palazzo delle Aquile sarebbe una buona notizia visto che parliamo di un ente sostanzialmente in dissesto. La dottoressa Mandalà ha inviato una nota al sindaco, assessori e ai suoi colleghi capi area, ribadendo la buona notizia ma rivendicando sul punto la circostanza di avere lavorato in assoluta solitudine e con biasimo immeritato da parte di tanti. Al contempo, critica il fatto che queste operazioni non siano state messe in campo prima del suo insediamento che avrebbero sicuramente evitato un danno erariale per l’ente.