Carabinieri che indossano una mascherina protettrice che consegnano al personale sanitario uova di Pasqua destinate ai bambini ricoverati. E’ l’immagine che abbiamo scelto per rappresentare questa Pasqua insolita e di apprensione per il contagio da Coronavirus. Ma, al tempo stesso, una Pasqua di speranza per il proliferare di gesti di solidarietà, di vicinanza, di aiuto e affetto verso gli sconosciuti.

Gesti che raccontiamo ogni giorno perseverando nel voler veder qualcosa di buono in questa umanità che durante questa emergenza sta dando il peggio di se stessa con l’odio verso chiunque esca di casa senza sapere nemmeno perchè si trovi instrada, l’odio verso i runner portato fino a indurre governanti spaventati più dei governati a impedire anche l’attività fisica, la delazione divenuta modello virtuoso di comportamento più social che sociale.

Gli odiatori seriali hanno vinto in questa emergenza superando i confini della rete per approdare nella vita reale. Quelli che non hanno ancora vinto sono i fabbricanti di fakenews anche se hanno fatto un enorme balzo in avanti. Alcuni sono riusciti perfino ad approdare sui giornali e non su quelli di retrovia. In alcune fake sono caduti anche i colossi dell’informazione salvo poi nascondere bene la notizia per far dimenticare di esserci cascati.

Ma anche loro, i fabbricanti di fake, hanno fatto e stanno facendo un bel danno. Basti guardare alla Gran Bretagna, che da sempre in realtà non ha una tradizione di giornalismo illuminato essendo il modello di informazione anglosassone molto tabloid e poco realtà. bene proprio lì c’è chi incendia le antenne del 5G perchè responsabili del Coronavirus. la fake che gira sostiene che il virus esiste nel nostro organismo da sempre e viene attivato dal 5G. Niente di più falso e scientificamente insostenibile sotto ogni profilo. Ma c’è anche la fake del virus creato in laboratori, distribuito con le scie chimiche e poi attivato sempre dal %G che serve al controllo di massa. Oppure del virus creato e diffuso per costringerci a vaccinarci perchè con il vaccino ci inoculeranno un cip di controllo non si sa bene se mentale, sociale o chissà cosa.

Mentre non addentrarsi, poi, sulle notizie ufficiali degli aiuti di Stato che fake non sono ma mezze verità sì. Una vicenda nella quale l’Europa si sta comportando con l’Italia esattamente con l’Italia si comporta con le sue aziende ovvero ti costringo a fermarti e ti produco un danno e poi ti presto i soldi per superare la crisi. Un po’ come fa la mafia. Ti distruggo l’attività poi il mio strozzino ti presta i soldi per rimetterla in sesto ma me li devi ridare. Certo Europa e Stato  lo fanno legalmente e con interessi più contenuti.

Per quelli di noi che continuano ad usare la testa, però, la Pasqua deve essere un momento per fermarci e riflettere. cacciare i fantasmi e sventare l’ennesima fakenews travestita di affidabilità e magari imparare a leggere i dati sul contagio che ormai ci vengono forniti ogni giorno ma non proprio in maniera semplice e lineare.

Si perché imparare a leggere i dati ci insegna anche a non essere pecore in questo gregge affatto immune. E anche perché leggerli i dati qualche spiragli di ottimismo forse ce lo fa recuperare oggi.

Prendiamo come esempio il dato siciliano di ieri alle 17, l’ultimo disponibile.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 33.787 (+2.631 rispetto a ieri). Questo dato spesso trascurato è importante perchè ci dice quanti controlli siano stati effettivamente avvenuti. Nelle ultime 24 ore 2631 tamponi con una leggera flessione rispetto al giorno precedente ma in aumento rispetto alla media dall’inizio del controllo del contagio. Lo dovremo tenere presente in seguito

Di questi sono risultati positivi 2.364 (+62). Prima osservazione da fare è la percentuale di positivi rispetto ai tamponi fatti che si attesta a una percentuale di poco inferiore al 2,7%. Questo, inoltre, è il dato in valore assoluto. Vuol dire che le persone che il sistema ha scoperto essere state contagiate nelle ultime 24 ore sono 62.

Potemmo fermarci qui? Invece no perché i dati successivi sono quelli importanti per il sistema sanitario. Non per comprendere l’evoluzione del contagio ma per capire se gli ospedali tengono che è il vero allarme, quello che ha indotto il governo a tenerci tutti a casa perché il contagio in valore assoluto (ovvero il numero delle persone contagiate che sarà rilevato alla fine dell’epidemia) non cambierà con il distanziamento sociale. Quello che cambia è la capacità del sistema di curare tutti i malati. Dunque spalmare nel tempo i contagi serve a salvare vite che sarebbero andate perse per mancanza di posti letto in rianimazione non ad evitare il contagio, solo a rinviarlo per far resistere il sistema sanitario.

Vediamo, allora, gli altri dati. Attualmente, sono ancora contagiate 2.001 persone (+34). Questo dato non indica i nuovi contagi. E’ Una differenza fra tutti i contagiati ovvero 2364, dai quali vengono detratti i guariti dall’inizio del controllo epidemico (209) e i deceduti (154) complessivamente 363. Sul fronte epidemico questo dato non significa nulla ma è importante per sapere qual è la pressione sul sistema sanitario attuale che è pari a 2001 malati

Per comprendere meglio la pressione sul sistema viene fornito un altro dato. Degli attuali 2.001 positivi, 620 pazienti sono ricoverati. Rispetto alle 24 ore precedenti diminuiscono di dici. Da di questi 58 sono in terapia intensiva e diminuiscono di 4 dato importante perchè proprio i posti di terapia intensiva sono quelli che scarseggiano in generale e l’eventuale esaurimento dei post metterebbe a rischio vite per mancanza di possibilità di cura.  Ci sono, poi, i malati in isolamento che sono 1.381 e questi aumentano di 44. Anche loro rappresentano una pressione sul sistema intanto perché non tutto sono in isolamento domiciliare ma diversi sono ospitati in alberghi e strutture per la quarantena. e comunque devono essere tenuti sotto controllo sanitario costante.

Torniamo un attimo indietro a guariti e deceduti. 209 sono guariti e aumentano di 22 e 154 deceduti ed aumentano di 6. E’ importante che il numero dei guariti abbia superato il numero dei deceduti ma nelle ultime 24 i decessi purtroppo sono di più delle guarigioni.

Guardiamo i dati sotto un altro punto di vista. Fra ieri e oggi si è registrato il record di tamponi effettuati in un solo giorno in base ai dati estratti dall’Ufficio statistica del Comune di Palermo  ma nonostante questo il numero dei casi positivi fa registrare una flessione, con il 7% rispetto al precedente 7,4%. E’ un elemento di positività.
Per il sesto giorno consecutivo diminuisce il numero dei ricoverati in terapia intensiva, così come, in generale, la percentuale dei ricoverati rispetto al numero di casi positivi. Altro dato positivo

Anche le statistiche del comune di Palermo, poi, confermano il dato negativo che già noi avevamo osservato ovvero si registrano purtroppo 6 decessi, che portano il totale dei morti in Sicilia a 154, con un tasso di letalità che continua a crescere: il 6,5% di deceduti fra tutti i casi positivi.

Tutto questo cosa ci dice? Viaggiamo verso la possibilità di timide e progressive riaperture reali dopo il 3 maggio cosa che fino ad ora non era accaduta. Ciò perché quello che deve scendere per riaprire le attività non, o almeno non solo e non prioritariamente, è il tasso di contagio in valore assoluto ma la pressione sul sistema sanitario. Anche se si è fatta una grande polemica sulle scelte inglesi sulla immunità di gregge, è quello lo scenario a cui il sistema sanitario punta. Ma deve essere raggiunto curando e salvando non certo lasciando morire. Lo impone il giuramento di Ippocrate ai medici, lo impongono etica, umanità e buon senso alla politica.

Ma il tasso di mortalità è alto e questo ci dovrà, in futuro, fare interrogare sul nostro sistema sanitario, sugli errori fatti, sulla trasformazione della sanità in business, sulle valutazioni ragionieristiche del sistema senza etica

Se vogliamo tornare ad uscire non dobbiamo,dunque, allentare la guardia perché se il sistema sanitario torna a rischio collasso, torniamo anche tutti reclusi. E poi dobbiamo abituarci a convivere col virus. Cosa che adesso dicono tutti ma che era chiara anche un mese fa e più. L’esserci rinchiusi in casa non evita il contagio ma, al contrario, lo allunga nel tempo e ne spalma gli effetti. Il virus non è nell’aria come terroristicamente mezze fakenews hanno tentato di farci credere per terrorizzarci e chiuderci a casa. Il virus viaggia con le persone. Chi è nelle condizioni di fragilità si ammalerà comunque perché anche se non incontra il virus oggi, lo incontrerà domani.  Con la sola differenza che avendo allungato l’epidemia di diversi mesi avremo anche spalmato il numero di malati nel tempo dando ad ognuno la possibilità di trovare un posto in ospedale ed essere curato dunque una possibilità di guarire

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