A dieci giorni dalla scadenza dell’ennesima proroga d’affitto d’azienda, i lavoratori ex APS transitati temporaneamente in AMAP non conoscono la loro sorte.
Un dramma che si consuma da anni. Un’incertezza e una incapacità a trovare soluzioni definitive, da parte delle istituzioni preposte, che ha visto i dipendenti “saltare“, sempre in extremis, dalla Curatela Fallimentare all’ATO ed infine all’AMAP.

Amap, gestore del servizio per la città di Palermo, nel corso del 2016, ha avuto in affidamento da parte di 33 Comuni ricadenti nell’ambito della provincia di Palermo il servizio idrico integrato per una superficie di territorio che secondo la legge nazionale di riferimento la incorona de facto “gestore unico”.

Però a causa del ridotto affidamento (APS gestiva 52 Comuni) non ritiene economicamente sostenibile il costo del lavoro degli ormai 199 dipendenti, dichiarando in un primo momento la volontà di ridurre drasticamente il personale in proporzione al servizio reso, si paventava infatti il licenziamento di circa 80 lavoratori mentre a distanza di poche ore comunicava alla Curatela Fallimentare di non volere nessun dipendente ritenendo di poter gestire l’ulteriore servizio in provincia con i soli lavoratori storici di AMAP.

“E’ inconcepibile – dichiara Margherita Gambino segretario provinciale UGL- ritenere di potere fare a meno di professionalità che in condizione di estrema criticità hanno saputo portare avanti in tutti questi anni, anche in spregio alla sicurezza, il Servizio idrico integrato nel territorio della provincia di Palermo.
Le vigenti normative di settore – continua la sindacalista- considerano i lavoratori di questo servizio essenziale, personale specializzato e strettamente legato al servizio.
Spetta ora all’ATI neo costituita, invitare tutti i Comuni facenti parte dell’Ambito ad affidare il servizio al gestore individuato e alla Regione porre in essere i giusti correttivi anche per la vendita all’ingrosso dell’acqua, onde evitare che il nuovo soggetto gestore non impatti nelle medesime criticità che hanno determinato parte del fallimento della ex Società APS”.

Per questo motivo la UGL Chimici ha dichiarato lo stato di agitazione e ha chiesto un incontro urgente in Prefettura con tutti i soggetti interessati per risolvere definitivamente la vertenza ed evitare di giungere alla scadenza del 30 Maggio senza una soluzione per i 199 lavoratori che verrebbero istantaneamente licenziati.
Ciò determinerebbe di certo una valanga di contenziosi legali contro l’Amap e non solo, per avere creato oltre al danno economico un danno emotivo per i dipendenti e le loro famiglie.

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