Sarebbe stato Pietro Ferrara, la mattina del 31 gennaio 2019, ad uccidere l’amico, Carlo Domenico La Duca. Ferrara è l’ultima persona ad aver incontrato la vittima, come hanno accertato gli investigatori grazie ai tabulati telefonici e al gps dell’ auto di La Duca.

Non è stato accertato, invece, se la moglie di La Duca, Luana Cammalleri, abbia materialmente partecipato al delitto, ma, da quanto emerge dalle indagini, lo avrebbe pianificato insieme all’amante.

Entrambi sono stati arrestati venerdì per omicidio e soppressione di cadavere. Il corpo dell’agricoltore non è mai stato trovato. Uscita di casa la mattina del 31 gennaio, secondo gli investigatori proprio per raggiungere Ferrara, si sarebbe diretta verso la sua proprietà, nelle campagne di Ciaculli.

Lì avrebbe trovato l’amante e il marito. L’auto della vittima sarebbe rimasta ferma lì per circa due ore, “tempo- scrive il gip – assolutamente compatibile e idoneo a consentire l’esecuzione del delitto”, che sarebbe stato compiuto materialmente da Ferrara.

Gli inquirenti adombrano il sospetto che dei complici potrebbero averlo aiutato. La donna avrebbe invece partecipato alla soppressione del cadavere e allo spostamento dell’auto del marito dal luogo dell’assassinio. La macchina sarebbe anche stata “ripulita”.

Il veicolo della vittima, probabilmente guidato da Ferrara, alle 10.48 del 31 gennaio, ha ripreso la marcia seguito dall’auto della moglie.

Alle 11.22 l’auto è stata abbandonata lungo la circonvallazione di Palermo. Gli indizi a carico dei due amanti e le indagini fatte fanno escludere le ipotesi dell’allontanamento volontario di La Duca, che era molto legato alla madre, ai figli e alla nuova compagna e che la scomparsa sia stata determinata da problemi economici seri (i suoi debiti ammontavano a piccole somme). Escluso che dietro al delitto ci fossero gli interessi della criminalità organizzata o presunti investimenti che l’uomo voleva realizzare.

I due amanti avrebbero cercato di depistare le indagini fingendosi distrutti nel corso di alcune trasmissioni televisive. Ma non sarebbe stato così.

“Basti osservare che soltanto dieci giorni dopo la scomparsa, esattamente il 29 febbraio – scrivono gli investigatori – i due amanti hanno fantasticato sui loro prossimi incontri di natura sessuale”.

Il racconto era macabro. La donna avrebbe indossato la camicia di seta ed il gilet che il marito, che entrambi chiamavano la “bestia”, aveva indossato il giorno del loro matrimonio. Indumenti che Ferrara le avrebbe strappato via e con i quali si sarebbero asciugati le parti intime una volta consumato il rapporto sessuale.

Ferrara si sarebbe disfatto della camicia, “la metto in un sacchetto e gli do fuoco”. Oppure la avrebbero riutilizzata per un altro macabro rapporto sessuale. La Duca ad un certo punto sarebbe diventato un ostacolo da eliminare per mettere le mani sui suoi beni e sulla sua azienda agricola. E così, secondo la Procura, avrebbero organizzato un agguato per uccider l’imprenditore agricolo e fare sparire il suo corpo.

 

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