“Anche a casa tu avrai microspie ovunque, quindi quando magari ci sentiamo accendi lo stereo, quello che c…vuoi e ti vai a infilare in un buco. E spegni prima di partire da casa, spegni il telefono”.

Così Pietro Ferrara e Luana Cammalleri, amanti arrestati per l’omicidio e l’occultamento del cadavere di Carlo Domenico La Duca, marito della donna, cercavano di evitare le intercettazioni dei carabinieri temendo di essere sospettati del delitto.

Indagine ha chiarito giallo iniziato nel 2019

L’indagine, che ha fatto luce su un giallo cominciato con la scomparsa della vittima, il cui corpo non è mai stato trovato, è stata coordinata dal procuratore di Palermo Marzia Sabella e dai pm Alfredo Gagliardi e Luisa Campanile.

I due, finiti in cella venerdì, oggi, difesi dagli avvocati Giovanni Marchese e Accursio Gagliano si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al gip.

La famiglia delle vittima è difesa dall’avvocato Salvatore Pirrone.

“Va bene spegniamo anche questo – rispondeva la donna non sapendo di essere già intercettata – Sto spegnendo i telefoni e mi metto in macchina”. I due amanti erano soliti alzare il volume della radio quando si telefonavano dall’auto.

“E tuo figlio ha pure il telefono sotto controllo”, diceva Ferrara. “Va bene ora li stacco tutti e due”, rispondeva la donna, alludendo anche al cellulare “riservato” che usava solo per parlare con l’amante. Ferrara, mesi dopo la scomparsa di la Duca, aveva trovato anche una microspia in macchina, ma non sospettava che l’avessero piazzata gli investigatori, piuttosto pensava che fosse stata la vittima, prima di morire, ad averla messa per cercare conferme ai sospetti sulla sua relazione con la Cammalleri. “Se fossero stati gli sbirri – dice alla donna – a quest’ora avresti le manette”.

Omicidio agricoltore: gip, dietro motivi privati e soldi

“Il movente dell’omicidio emerge con disarmante nitidezza: un coacervo di interessi personali familiari ed economici avevano reso per Ferrara e per la Cammalleri la morte del La Duca a un evento che avrebbe semplificato enormemente il loro progetto di futuro insieme”. Così il gip di Palermo Marco Gaeta descrive il retroscena dell’omicidio di Carlo Domenico La Duca, l’agricoltore ucciso, secondo i pm, dalla moglie, Luana Cammalleri, e dall’amante di lei, Pietro Ferrara

.I due, arrestati venerdì, si sarebbero anche disfatti del corpo. Dell’uomo si sono perse le tracce dal 2019. Dalle indagini è emerso che Luana Cammalleri aveva denunciato La Duca per maltrattamenti ed aveva in corso contro di lui una causa di separazione, la vittima, inoltre, aveva una attività economica- un’azienda agricola- che faceva gola ai due amanti. L’agricoltore, inoltre era visto come un ostacolo ai progetti di vita comuni dei due. La donna che, non sapendo di essere intercettata usa termini offensivi verso il marito definito “becco”, “bestia”, nutriva molto risentimento nei suoi confronti.

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