riflessione amara dopo l'ennesimo suicidio

Il Governo Musumeci non comunica o non sa affrontare le questioni aperte?

Mentre il medico studia, il malato se ne va. E’ un tipico detto siciliano, qui storpiato per italianizzarlo, ma rappresenta bene lo stato della situazione che vivono migliaia e migliaia di siciliani, siano essi ex operatori della formazione professionale, ex sportellisti o dipendenti di società partecipate siciliane, lavoratori di fallimenti attuali e potenziali di una regione che non ha saputo mai farsi impresa così come non ha saputo farsi buona amministrazione.

La lentezza amministrativa, la burocrazia e la difficoltà ad imprimere una svolta riformista al futuro della nostra Regione grazie all’azione del governo regionale sono davanti gli occhi di tutti e non possono essere smentite nemmeno dalle migliori intenzioni del Presidente Musumeci o dei più talentuosi assessori della sua mirabile squadra.

Mentre il medico studia il malato se ne va. Ed è quello che è successo  con l’ultimo suicidio, quello dell’ex sportellista della formazione professionale che come la polvere che esce da sotto il tappeto riporta in primo piano la tragedia di un intero comparto e di migliaia di famiglie che prima hanno perso il diritto e la dignità di un lavoro e piano piano, passando da un Governo Crocetta a quello Musumeci, hanno perso del tutto anche la speranza di poter riacquistare la dignità ed il lavoro cui la cattiva politica e la pessima amministrazione hanno prodotto dileggio e sfregio prima di scrivere il prologo di una tragedia come quella di cui abbiamo scritto e letto ieri.
Nessuno qui intende attribuire responsabilità ad un  Governo attuale che non potrebbe averne nel merito anche perchè qualche cosa si è mossa proprio in questo comparto sotto la guida dell’ex Rettore dell’Università di Palermo Roberto Lagalla. Stanno facendo ripartire un settore tagliando le cattive pratiche e le peggiori esperienza passate,  ma chi lo ha comunicato e come?

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Mentre il medico studia il malato se ne va. Ed è quello che sembra accadere in tutti i comparti dell’amministrazione regionale e che succede anche con i rifiuti, solo per fare un esempio eclatante. Non ci rassicurano più le intenzioni strombazzate e nemmeno il recruiting regionale di nuovi superesperti che dovrebbero sostenere ed accompagnare il veneto Pierobon (perchè un veneto?) ad imprimere quella svolta nel comparto che orami è attesa da troppi lustri.

La soluzione non c’è, almeno questa classe dirigente non è in grado di trovarla, che si parli di rifiuti o che si parli di lavoro, che si parli di sviluppo economico o più specificatamente di turismo e cultura.

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Cambiano gli uomini, ma le soluzioni non si trovano e se c’è un tentativo di trovarle questo è sempre distratto dalla necessità di contrastare la comunicazione dell’avversario più che l’analisi della soluzione eventualmente proposta.

E non basta più, dopo oltre un semestre dall’insediamento ed il primo bilancio regionale impugnato forse si o forse no dallo Stato Italiano,  quell’orientamento all’ora et labora. Quel “fateci lavorare” che il Presidente Musumeci e la sua squadra, semi sconosciuta peraltro, predicano dal primo giorno dell’insediamento.

Chi sta facendo un buon lavoro ed è convinto di farlo deve comunicarlo, deve rassicurare il malato, deve informare sui tempi e sui modi della propria azione di governo, della propria intrapresa alla soluzione dei problemi. Deve fare più che il possibile per evitare nuove tragedie e contrastare la cattiva informazione.

Non è con “ora et labora” che si evitano le tragedie e si imprime fiducia nelle persone, nelle imprese, verso una classe dirigente nuova che nonostante i fallimenti recenti rimane pronta a farsi carico di contribuire a disegnare il futuro insieme a chi sarà in grado di guidare un tale percorso con serietà.

Perché di fiducia qui in Sicilia abbiamo estremo bisogno, e delle azioni concrete conseguenti,  anche perché la speranza è stata tutta tradita dai fatti e dall’ennesima morte di un padre di famiglia disperato.

E se questo governo non è allineato sul versante della politica della comunicazione in stile giallo verde dove sembra quasi che basti un video messaggio sui social per affermare un principio, qualunque principio vero o falso che sia, si riabiliti sul versante della comunicazione politica dove chi ci governa dovrebbe raccontarci cosa sta facendo e come. Soltanto così, in attesa dei risultati veri e tangibili, potrà innescarsi quella fiducia di cui tutti abbiamo bisogno ogni giorno per andare avanti.

 

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