Vestiti da burlesque per curare i pazienti. A cosa servivano al medico Marcello Grasso? Per circuire le sue vittime e poi commettere gli abusi nello studio medico, oppure erano soltanto abiti di scena che il utilizzava per allestire spettacoli ai quali partecipavano anche ex tossicodipendenti nell’ambito di un percorso di riabilitazione? Sono le domande a cui rispondono difesa e accusa nel processo a carico dello specialista.
Il processo a carico del medico
Marcello Grasso, lo psico-terapeuta fratello dell’ex presidente del Senato, venne arrestato dagli agenti della squadra mobile di Palermo. E’ accusato di avere abusato di tre sue pazienti. Il dibattimento, come riporta il Giornale di Sicilia, si è appena aperto davanti ai giudici della seconda sezione del tribunale e alla scorsa udienza sono stati ascoltati i poliziotti della squadra mobile che svolsero le prime indagini sul conto del dottore.
Le indagini della procura
Secondo la ricostruzione degli inquirenti Grasso nello studio in via Pasquale Calvi avrebbe approfittato della fragilità delle sue tre pazienti, dei loro problemi di autostima e, utilizzando una tecnica molto particolare presa in prestito dal teatro, le avrebbe pesantemente palpeggiate nelle parti intime ma anche costrette ad indossare abiti molto succinti per poi fotografarle. Grasso, attraverso il suo avvocato, Vincenzo Lo Re, ha sempre respinto questa versione dei fatti.
L’accusa del Pm
Le tre presunte vittime avrebbero in comune molte cose, anche il fatto di dover assumere ansiolitici per tenere a bada attacchi di panico. E proprio per le loro difficoltà, alcuni anni fa, si erano tutte rivolte a Grasso, molto noto in città per la sua professionalità. Per il pubblico ministero, però, il medico le avrebbe gradualmente circuite, suggerendo loro un percorso “sensoriale” per “superare i loro limiti” e i loro “problemi”. La tecnica utilizzata dal neuropsichiatra si sarebbe basata, tra l’altro, su massaggi e travestimenti che, per l’accusa, sarebbero diventati abusi sessuali. Come aveva spiegato l’avvocato di Grasso, questa “terapia” sarebbe molto diffusa nell’ambiente teatrale e l’obiettivo dei travestimenti (nello studio sono stati ritrovati tanti costumi) sarebbe stato solo quello di aiutare le pazienti a superare le loro difficoltà e i loro complessi.
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