C’è tempo fino all’Epifania per scoprire e ammirare il presepe d’InCanto a Petralia Soprana. Sono sette le stanze che accolgono l’installazione all’interno del Palazzo Pottino, sette piccole costellazioni d’arte, sette scrigni colmi di parole, musiche e immagini che raccontano la Natrività.

Nato da un’idea di Padre Calogero La Placa e Leonardo Bruno, che ne firma la direzione artistica, oltre che la regia a quattro mani con Santi Cicardo, il Presepe d’InCanto ha sempre voluto esaltare la risorsa più preziosa di questi luoghi: il silenzio.  Il presepe d’InCanto non è quindi il consueto presepio settecentesco napoletano, non le meraviglie meccaniche a cui negli ultimi anni siamo stati abituati, né il classico presepe vivente.

“Si tratta – spiega il sindaco Pietro Macaluso – di un evento unico nel suo genere che caratterizza ormai da anni il nostro paese. La montagna, il silenzio, il gusto, la bellezza del nostro centro storico, la ricchezza culturale e artistica di Petralia Soprana sono tutti elementi che caratterizzano il nostro paese che assieme alla Navità verranno esaltati e valorizzati grazie alla tecnologia. L’unicità di questo presepe sta proprio nell’utilizzo di proiezioni, del mapping e delle ambientazioni di tipo sensoriale che seguono il racconto sulla Natività.”

La natività viene rappresentata dalle sculture realizzate dall’artista Pierluca Trapani che si è liberamente ispirato alle opere dello scultore siciliano Giacomo Serpotta. “Per noi – dice Santi Cicardo – il Presepe è innanzitutto una possibilità d’espressione. Stare di fronte alla siepe, come ci suggerisce la parole stessa, trovarsi quasi come dei personaggi inconsapevoli, dinanzi all’Infinito che si spalanca, ci ha permesso nel tempo di svolgere una serie di riflessioni e di azioni, attraverso gli strumenti che più ci sono familiari, quelli dell’arte”.

“Il nostro percorso – spiega Leonardo Bruno –  quasi un museo immersivo, oltre che la pulsazione di una meditazione dinamica, intrisa di religiosità e bellezza, intende restituire senza veli una comunanza e una comunità, che nonostante gli abbandoni, le colpevoli dimenticanze, l’isolamento che è costretta a vivere, riesce a organizzarsi, a ricreare nel non-luogo del Presepe d’Incanto tutta la sua memoria d’essere l’uno-con-l’altro e l’uno-per-l’altro. Perciò quest’anno, oltre alle meditazione che io e Santi abbiamo firmato ancora una volta assieme, con la collaborazione essenziale del fotografo Damiano Macaluso e di tutti quelli che mi seguono da anni in questa impresa, abbiamo voluto allestire una piccola Galleria d’Arte che esibisse proprio la forza e la bellezza di questo minuscolo borgo montano, attraverso le opere di artisti e visionari che in questa comunità, o forse meglio, da questa comunità pensano al mondo”.

Si tratta del Maestro Vincenzo Gennaro scultore di fama internazionale, della pittrice ingegnere Daniela Troina Magrì quotata artista presente in prestigiosi cataloghi di arte contemporanea, dell’affermato pittore Ignazio Albanese, dello scultore nonché promotore artistico della museo sottosale Enzo Rinaldi,  del pittore Pietro Librizzi ideatore di Casapiena-microcentro, della pittrice Maria D’Alberti, di Giovanna Paternò e Riccardo Farinella.

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