Più che azzurro (colore in cui si identifica Forza Italia), quasi giallo. Almeno così è sembrato fino a ieri sera il ‘caso’ di una riunione del gruppo dei deputati all’Ars alla presenza di Gianfranco Miccichè per parlare della prossime elezioni regionali.
A dare notizia del vertice sono stati gli stessi parlamentari che hanno diffuso una nota dove si lanciava la proposta di un ‘tavolo del centrodestra’ e si escludevano veti a Nello Musumeci. Tutto liscio fino alle 20.18, quando arriva il curioso annullamento della nota in questione.
Sulla vicenda bocche cucite, ma stamani Riccardo Savona ha diffuso un altro comunicato in cui conferma di avere preso parte alla riunione e ribadisce (come nella nota poi cassata) che il gruppo ha “deliberato unanimemente di affidare all’onorevole Miccichè ogni più ampia delega e mandato per effettuare le trattative con gli alleati presenti e futuri”.
Insomma cosa sia accaduto davvero è difficile da comprendere, vero è che Savona specifica che “non si è parlato di nomi di possibili candidati ma di metodi di scelta degli stessi: non partiremo dai nomi per arrivare alle coalizioni, bensì il contrario. Individueremo le forze disposte a schierarsi in coalizione con Forza Italia e, valuteremo insieme i nomi proposti da ognuna di queste”.
Va detto che nel centrodestra dopo l’assist di Miccichè ad Alfano – e raccolto immediatamente da Castiglione – la questione candidatura in Sicilia è divenuta una partita a scacchi alla quale giocano non solo i protagonisti siciliani dello schieramento, ma anche (e soprattutto) i leader.
E’ vero che le elezioni siciliane sono le ultime prima del voto politico e l’esito potrebbe non risultare neutro per la sfida nazionale, ma specie dopo il voto di domenica scorsa che ha resuscitato il ‘centrodestra classico’, la questione candidatura sarebbe anche la sintesi fra le varie anime del centrodestra (Berlusconi-Salvini-Meloni) sulla legge elettorale dove si naviga ancora a vista.
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