Il tribunale del Riesame di Palermo ha disposto la scarcerazione dell’avvocato agrigentino Giuseppe Arnone, arrestato lo scorso 12 novembre con l’accusa di estorsione nei confronti di una collega.

Secondo il tribunale non ci sarebbe il reato di estorsione non c’è e se sussistesse quello di esercizio arbitrario delle proprie ragioni quest’ultimo non consente la custodia cautelare.

Nell’ordinanza si legge infatti che “l’art.393 I comma c.p. non consente la custodia cautelare” e spiega che “una condotta così veicolata (tra 5 avvocati ndr) e una richiesta di denaro avanzata e soddisfatta con assegni circolari, per altro posta in essere da un avvocato penalista, non appare certo univocamente sintomatica del dolo richiesto dalla norma, non solo quella di cui all’art.69 cp, ma anche quella di cui all’art.393 c.p (esercizio arbitrario delle proprie ragioni, ndr)”.

La Procura di Agrigento aveva ipotizzato che quei soldi sarebbero state “due rate di una tangente di 50 mila euro” che Arnone avrebbe chiesto alla collega per non alzare clamore mediatico su una pregressa vicenda giudiziaria che vede la donna imputata per irregolarità nei confronti di una sua cliente, successivamente assistita proprio da Arnone.

L’avvocato agrigentino aveva sempre affermato che quegli assegni erano legittimi.