I giornali sono stati, e sono, il motore della democrazia e della crescita civile. È questo il senso del dibattito emerso nel corso del “focus”, presso l’oratorio Sant’Elena e Costantino, sul volume “I giornali di Palermo nell’Ottocento– L’informazione giornalistica e la pubblicità nella stampa dell’epoca”, voluto dal direttore della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.
Hanno partecipato gli autori, Carlo Guidotti e Gesualdo Adelfio, Teresa Di Fresco, giornalista che ha curato la prefazione del libro e Rita Cedrini, docente di Antropologia culturale dell’università di Palermo.
Il volume non vuole essere soltanto una silloge dei quotidiani dell’epoca, ma aprire uno spunto di riflessione su un periodo storico foriero di grandi cambiamenti e fermenti.
“Attraverso questa o quella testata – ha detto Patrizia Monterosso – ci si immerge nella temperie di un’epoca, si ripercorre l’iter della libertà di stampa, le rivendicazioni femminili, il superamento dell’età borbonica, la nascita dell’università di Palermo e del Giornale di Sicilia. Apre spunti di riflessione che meritano attenzione. Attraverso i documenti giornalistici dell’epoca, come già sperimentato in occasione della ricorrenza sull’allunaggio, si può respirare il profumo del periodo”.
I giornali testimoniano, ma contribuiscono anche a creare la coscienza civica di una società. “Leonardo Sciascia – ha ricordato il direttore della Fondazione – redigendo il suo primo editoriale sul Corriere della Sera e benedicendo l’iniziativa editoriale di un gruppo di giovani del suo paese, Racalmuto, sottolinea l’importanza dei giornali locali nella crescita della società civile”.
Il volume presentato, il primo di un cofanetto di tre, vuole essere una rassegna indipendente dagli avvenimenti della politica dell’epoca. Un vademecum che può aiutare a conoscere una realtà sociale ed editoriale che guida attraverso il XIX secolo e offre la possibilità di un viaggio a ritroso nel tempo in quella Palermo che non era ancora “Felicissima”, ma che a breve lo sarebbe diventata.
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