I giudici di appello della sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana presieduti da Giuseppe Aloisio hanno condannato Giuseppe Randazzo imprenditore di Valledolmo a risarcire con 317 mila euro all’Agea.

Secondo quanto stabilito dai giudici contabili avrebbe percepito contributi pubblici per l’ammodernamento delle aziende agricole che in base alle indagini del nucleo di polizia economico e finanziaria della Guardia di Finanza “grazie all’aiuto dei familiari e imprese fornitrici compiacenti – si legge nella sentenza dei giudici – avrebbe realizzato un meccanismo fraudolento per simulare anche parzialmente i costi sostenuti con fatture gonfiate”.

Emesso sequestro preventivo

Per questi fatti nei confronti di Randazzo, accusato di truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, è stato emesso un sequestro preventivo da parte del tribunale di Termini Imerese, confermato in parte dal Riesame. Il gup ha rinviato a giudizio l’imprenditore e il giudizio è ancora pendente.

“Giuseppe Randazzo – scrivono i giudici della Corte dei Conti che hanno respinto tutte le contestazioni della difesa – a fronte di coincidente di date e importi, non ha fornito alcuna ricostruzione alternativa lecita della vicenda in questione, essendosi limitato, del tutto genericamente a sostenere la liceità. Nel caso di dichiarazioni false, come nella fattispecie in esame, il contributo economico percepito debba essere integralmente restituito, a prescindere se il programma sia stato o meno realizzato”.

Caso mobbing in municipio, corte conti condanna funzionario in appello

Ci fu mobbing nei confronti della dipendente comunale di un municipio del Catanese. Anche in appello è stata riconosciuta la condotta vessatoria nei confronti della donna. Ma come in primo grado il sindaco viene assolto mentre viene condannato il funzionario. La sentenza della Corte dei Conti è stata emessa pochi giorni fa.

I giudici d’appello della Corte dei conti, presieduti da Giuseppe Aloisio, hanno confermato la condanna al direttore generale del Comune di Vizzini Salvatore Mazzarino. Dovrà risarcire l’ente con 36 mila euro. I giudici hanno allo stesso modo confermato l’assoluzione invece per il sindaco Vito Saverio Cortese.

La vicenda nasce su un caso di mobbing al Comune. La denuncia era partita da una dipendente comunale, Sebastiana Maggio. La corte d’appello di Catania sezione lavoro aveva riconosciuto la colpevolezza dell’amministrazione comunale, condannandola a pagare 75 mila euro. Da qui la richiesta della Procura della Corte dei conti di risarcimento in favore dell’impiegata. Finirono sotto accusa per l’appunto il sindaco e il direttore generale del Comune. In primo grado i giudici avevano condannato Salvatore Mazzarino e assolto Cortese. Decisione confermata in appello.

Tanti casi aperti in Sicilia

Sullo sfondo il mobbing anche in un’altra vicenda recentissima in Sicilia. Altro caso che ha riguardato Sebastiano Bongiovanni, agente penitenziario in servizio nel carcere di Augusta e dirigente nazionale del Sippe. Nell’agosto scorso fu destinatario di una nota di demerito da parte del direttore e del comandante della struttura. I rapporti tra il sindacalista e l’amministrazione penitenziaria non sono buoni da almeno due anni. Bongiovanni si è reso protagonista, insieme ad altre sigle, di battaglie sindacali contro la direzione, contestandone molte scelte. Tra queste l’organizzazione del lavoro ed in alcune circostanze lo stesso dirigente del Sippe si è  rivolto al responsabile siciliano del Dap. Fu Bongiovanni a sostenere che la sua vicenda era al “limite del mobbing e della calunnia”.