Nei giorni scorsi l’Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello e il Comune di Licata, hanno ricordato con una targa commemorativa Rosa Balistreri, nota artista siciliana e cantante popolare che il 20 settembre 1990, moriva proprio all’Ospedale Villa Sofia di Palermo, per un ictus cerebrale.
Nata a Licata nel 1927 da una famiglia poverissima, per aiutare il padre, Rosa, si adattava a tutto: faceva la domestica, raccoglieva il grano e, al mercato ittico, si occupava della conservazione del pesce. Piccola di statura e dotata di un timbro di voce forte, a volte graffiante, amava cantare e, orgogliosa d’essere siciliana, spesso interpretava canzoni popolari.
La sua vita, però, fu travagliata e segnata da dolorosi avvenimenti: la parentesi in galera, prima per tentato omicidio del marito, dedito al gioco e, poi, per furto, quindi, la fuga da Firenze (dove si era trasferita), l’omicidio della sorella e il suicidio del padre.
Ma quando alla Balistreri è riconosciuto il grande e naturale talento, artisti più famosi la aiutarono a emergere (tra i quali il poeta Ignazio Buttitta, il cantastorie Ciccio Busacca, l’attore Dario Fo, ndr). Da Firenze, dove visse per circa 20 anni, si trasferì a Palermo, città che la ispirava artisticamente.
La Balistreri, che si accompagnava sempre con la chitarra, incise molte canzoni, tra le quali Un matrimonio infelice, Terra che non senti, Amuri senza amuri, Amore tu lo sai la vita è amara, Mi votu e mi rivotu, Chiancennu e suspirannu, La siminzina, Acidduzzu, La virrinedda, Mafia e parrini, E vui durmiti ancora.
Inoltre, ebbe modo di calcare le scene grazie a Anna Proclemer che la volle nello spettacolo “La lupa” e, con Piera Degli Esposti, recitò in “La lunga notte di Medea”. Anche il pubblico del Teatro Biondo di Palermo l’applaudì lungamente in, “La ballata del sale” (nella foto è con i giovani Lollo Franco e Pippo Spicuzza, ndr) e in “Bambulè”, due indimenticabili spettacoli del compianto Salvo Licata. In seguito le si presentò l’occasione di girare il mondo per far conoscere le sue immortali canzoni con la sua inconfondibile voce.
Nel 2011, la brava attrice catanese Giovanna Criscuolo, è stata interprete di “Notte intera senza sonno”, un monologo teatrale scritto da Marco Alessi e Salvo Rinaudo, per ricordare Rosa Balistreri. In appena un’ora di spettacolo, la Criscuolo riuscì a far rivivere quella piccola donna dalla voce unica, potente, attraverso le varie tappe della sua vita tormentata e, nel corso dello spettacolo, l’attrice propose alcuni tra i brani più espressivi del repertorio della Balistreri che variano dal pop, al jazz, al folk: Siminzina, Mi votu e ma rivotu, Amuri senza amuri, Terra ca nun senti.
Dopo il debutto catanese, lo spettacolo fu replicato con successo ad Agrigento, Ragusa, Palermo, Caltanissetta e Alcamo. La targa commemorativa è stata scoperta alla presenza di Maurizio Aricò, Commissario di Villa Sofia-Cervello, del Direttore Sanitario, Pietro Greco, del Commissario Straordinario del Comune di Licata, Maria Elena Volpes e di numerosi medici, tra i quali i due che erano in servizio nel reparto di rianimazione, il giorno in cui era ricoverata Rosa Balistreri.
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