Chris Obehi è un ragazzo nigeriano che da sei anni vive a Palermo. Ama la musica e ne vuole fare la sua vita. Da quando è arrivato in Sicilia, Chris […]
Un sorridente putto alato si libra sopra la chiesa sventolando la scritta vermiglia “Saluti da Danisinni”. Si apre così l’opera che l’artista fiorentino Giovambattista Giannangeli, in arte “Giambaccio”, sta realizzando in questi giorni nell’antico rione.
Un intramontabile classico accende l’estate del teatro antico di Segesta, 1, 2 e 3 agosto arriva l’Anfitrione di Plauto con Debora Caprioglio e Franco Oppini. Inoltre un recital su Pirandello e notti di musica al Castello Eufemio nell'ambito delle Dionisiache 2019.
Il Premio “Rosa Balistreri e Alberto Favara” è patrocinato dalla Presidenza dell’Ars, dalla Fondazione Ignazio Buttitta, dall’associazione “Conca d’Oro” e dal Comune di Palermo.
Il Premio “Rosa Balistreri e Alberto Favara” è patrocinato dalla Presidenza dell’Ars, dalla Fondazione Ignazio Buttitta, dall’associazione “Conca d’Oro” e dal Comune di Palermo.
Di domenica in domenica si è consolidato il sodalizio festival-pubblico. Molte le commedie brillanti che hanno divertito la platea con dei tormentoni estivi. E poi spettacoli di spessore e spazio alla cultura con la presentazione di due libri. Durante la serata di gala cis saranno diverse esibizioni.
Nata a Licata nel 1927 da una famiglia poverissima, per aiutare il padre, Rosa, si adattava a tutto: faceva la domestica, raccoglieva il grano e, al mercato ittico, si occupava della conservazione del pesce.
di
Fabrizio G. Verruso
la grande interprete licatese della canzone folk e popolare siciliana
A distanza di quasi 28 anni dalla sua scomparsa, l’Azienda Ospedali Riuniti Villa Sofia-Cervello e il Comune di Licata ricordano Rosa Balistreri, cantautrice siciliana, grande e indimenticata interprete della canzone folk e popolare isolana.
"Con questa deliberazione - sostengono il presidente Crocetta e l'intera giunta – rendiamo un atto di giustizia a una grande artista siciliana mai scomparsa da cuore e dalla mente dei siciliani".
Parlavano al popolo, con linguaggio schietto e immediato, senza perifrasi e giri di parole. Erano narratori, cantastorie, poeti. Cantori della sofferenza e del disagio, portavoce del popolo.