non c’è pace per la sanità italiana e in particolare per il sistema dei laboratori di analisi. Un’ordinanza del Tar di Palermo mette in discussione il sistema di regole per l’accreditamento dei laboratori pubblici e privati che effettuano analisi in materia alimentare.
I giudici della prima sezione del Tar hanno accolto, in sede cautelare, il ricorso di un laboratorio escluso dall’elenco regionale perché non accreditato da “Accredia”, l’ente unico nazionale di accreditamento. Il Tar ha aderito alla tesi dei legali della società (gli avvocati Salvatore, Tommaso e Giuseppina Pensabene Lionti) secondo i quali “Accredia” opera in regime di monopolio e quindi in contrasto con i principi e le regole comunitarie sulla concorrenza.
Di fatto Accredia è una sorta di agenzia para pubblica ed è l’unica autorizzata in Italia. considerarla come operante in regime di monopoli mette in crisi l’intero sistema italiano e non soltanto in Sicilia. Nel giudizio si è costituita “ad adiuvandum” anche una società americana di accreditamento.
La decisione dei giudici amministrativi apre, dunque, una crepa nel sistema degli accreditamenti in Italia. La tesi dei legali del laboratorio siciliano sottolinea che l’ente unico nazionale esercita un “monopolio nei confronti dei laboratori italiani, essendo questi ultimi costretti a rivolgersi a tale ente e dovendo necessariamente sottostare alle tariffe imposte”. In tal modo non potrebbe esercitare la “propria libertà di scelta”.
Nei giorni scorsi sempre un tribunale amministrativo aveva bloccato le regole regionali sugli accorpamenti dei laboratori. In quel caso era stato il Cga ad emettere una ordinanza sospensiva
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