I carabinieri della compagnia di Bagheria tra Casteldaccia, Santa Flavia e Palermo, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro persone tra i 35 e 60 anni, accusati di incendio aggravato e tentata estorsione. Il provvedimento è stato emesso dal gip di Termini Imerese su richiesta della procura.

Un’azienda nei mesi scorsi ed esattamente a febbraio e ad aprile è stata vittima di incendi dolosi che hanno danneggiato i mezzi e la struttura. Secondo le indagini a mettere a segno le intimidazioni i quattro arrestati di cui uno imparentato con il titolare. Le intimidazioni sarebbero state messe a segno per ripartite le quote societarie senza il ricorso di cause in sede civile. I carabinieri sono riusciti a risalire ai presunti autori grazie ad intercettazioni e videosorveglianza dell’azienda.

Grazie alle indagini è stata ricostruita la ripartizione dei ruoli tra gli indagati; in particolare quello dei due mandanti, in grado di fornire precise indicazioni sugli obiettivi da incendiare, il percorso e gli accorgimenti da adottare, e quello dei due esecutori materiali. Il compenso contante ricevuto da questi ultimi per il “lavoro” svolto e il tentativo di assumere il controllo della società e, a tal fine, arrecare rilevanti danni economici. Sono state anche ricostruite le fasi preparatorie e immediatamente successive all’azione criminosa, quali il sopralluogo prima del reato e la sua narrazione particolareggiata a seguito della commissione del fatto.

Ad aprile estorsione e incendio auto, due arresti nel Palermitano

Lo scorso mese di aprile i carabinieri indagarono su su una presunta estorsione ad un panettiere culminata con l’incendio dell’auto della moglie probabilmente a scopo intimidatorio. L’episodio accadde a Termini Imerese, nel Palermitano.

I militari eseguirono un’ordinanza agli arresti ai domiciliari nei confronti di padre e figlio, Giovanni e Michael Russo di Termini Imerese, rispettivamente di 56 e 27 anni con l’accusa di usura  aggravata nei confronti del panettiere. A padre e figlio venne contestata anche la tentata estorsione perché avrebbero preteso somme non dovute dal commerciante.

L’indagine dei carabinieri, coordinati dalla Procura di Palermo, partirono proprio del rogo della vettura. Perquisite l’abitazione dei due arrestati e sequestrate somme di denaro. Dopo l’incendio dell’auto, il panettiere cominciò a raccontare quanto avrebbe subito nei mesi precedenti. Il prestito di 20 mila euro che era stato concesso all’esercente sarebbe cresciuto in modo esponenziale.

Articoli correlati