Cenere e rabbia. Ecco cosa resta a 24 ore dagli incendi che hanno colpito la Sicilia in diverse zone.

E’ un vero e proprio bollettino di guerra quello che Coldiretti Sicilia sta stilando.

Resta ben poco delle numerose colture sui Nebrodi e nella zona di Cefalù, nel palermitano, dove molte aziende olivicole e zootecniche sono state distrutte dagli incendi.

Al momento non è ancora possibile avere un dato preciso del danno ma tute le strutture periferiche sono al lavoro per la quantificazione.

“La Sicilia ha circa 340 mila ettari di superficie forestale a questo punto ‘a rischio piromani’, un patrimonio inestimabile che rischia di essere ridotto in cenere da criminali che vivono appiccando fuoco”.
E’ il commento del presidente di Coldiretti Sicilia, Alessandro Chiarelli, dopo gli incendi che continuano a devastare una parte dell’Isola.

“Ogni anno – aggiunge – bisogna fare i conti con criminali che rischiano di ammazzare le persone, siamo in presenza di una vera e propria holding del fuoco. La Sicilia oltre che ambiente è anche paesaggio e bruciare significa togliere il valore aggiunto che fa scegliere l’Isola per le vacanze. Gli incendi hanno ridotto in cenere la ricchezza di biodiversità che costituisce la nostra vera ricchezza. In Sicilia ogni pianta ha valore storico e culturale”.

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