Per quattro ore e mezzo il deputato regionale di Ap Girolamo Fazio, candidato sindaco di Trapani finito ai domiciliari per corruzione nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace, ha risposto al gip Marco Gaeta nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Erano presenti anche i pm Luca Battinieri e Francesco Gualtieri. Fazio è accusato di aver fatto pressioni su Raffaele De Lipsis, giudice, in pensione, del Consiglio di Giustizia Amministrativa, perché segnalasse al neopresidente del Cga il ricorso che Morace aveva fatto contro la sentenza del Tar che gli dava torto nel contenzioso con la Regione.
La Regione aveva annullato una gara vinta dall’armatore. Fazio ha spiegato al gip di non aver fatto alcuna pressione e di non aver mai pensato a corrompere De Lipsis a cui avrebbe, invece, chiesto soltanto un parere giuridico sull’atto da presentare al Cga. Al deputato regionale la Procura contestava anche di aver minacciato la funzionaria Dorotea Piazza che aveva contribuito all’annullamento in autotutela del bando vinto da Morace. Piazza ha denunciato una serie di vicende che le parevano sospette e ha fatto partire l’inchiesta, accettando di farsi mettere delle microspie per acquisire riscontri alle sue dichiarazioni.
Infine, sull’intervento di Fazio finalizzato, secondo i pm, ad ostacolare la nomina a consulente della commissione Trasporti all’Ars di Giuseppe Prestigiacono, inviso a Morace, il deputato ha sostenuto che l’incarico era comunque vietato dal regolamento dell’ Ars. La norma, all’articolo 71, prevede che un consulente venga nominato solo a condizione che ci sia in itinere un disegno di legge sulla materia che rende poi necessaria la figura dell’esperto. Sarebbe stato lo stesso presidente della commissione che, in forza di questa previsione, avrebbe fatto saltare l’incarico. Per i magistrati, l’interessamento di Fazio agli affari dell’armatore sarebbe stato da questi ricompensato con regali di biglietti per gli aliscafi Morace, uso di una marcedes e tessere per lo stadio. Tesi che Fazio ha respinto, sostenendo di aver da sempre un rapporto filiale col padre di Morace, Vittorio, anche lui armatore, e che la macchina gli sarebbe stata prestata in virtù dell’amicizia e visto che la sua era rotta. Quanto ai contributi elettorali dati da Morace a Fazio sarebbero tutti registrati e dati alla luce del sole.
Intanto si apprende che il governatore siciliano Rosario Crocetta, indagato per corruzione in questa inchiesta verrà interrogato il 6 giugno in procura a Palermo. Dal 6 in poi sono stati fissati anche gli interrogatori dell’ex sottosegretario alle Infrastrutture Simona Vicari – anche lei risponde di corruzione – e del collaboratore di Crocetta e presidente della Ast, società di trasporti della Regione, Massimo Finocchiaro. Nei giorni scorsi sono stati interrogati Morace e Montalto.
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