Nell’inchiesta sul voto di scambio che vede coinvolta la lista Noi con Salvini sono indagati in concorso morale e materiale con i fratelli Caputo, e due procacciatori di voti Benito Vercio e Stefano Vinci, anche il segretario di Noi con Salvini in Sicilia, Angelo Attaguile, e il neo deputato eletto nell’Isola, Alessandro Pagano, che è anche coordinatore del Carroccio per la Sicilia occidentale.

Nell’ordinanza i due politici Pagano e Attaguile vengono definiti dal gip di Termini Imerese istigatori e nei confronti dei quali si procede separatamente.

Tramite il suo legale, l’avvocato Nino Caleca, Pagano fa sapere che “darà il consenso all’utilizzo delle intercettazioni” e che da coordinatore della Sicilia occidentale della Lega “ha sempre operato in difesa dei principi di legalità e correttezza”.

Angelo Attaguile di “non avere ricevuto avviso di garanzia e di non sapere nulla della vicenda che ruota attorno alla campagna elettorale della Sicilia Occidentale – dice Attaguile – Io mi sono sempre occupato della campagna nella Sicilia Orientale. Non ho promesso alcunché. Non avrei potuto promettere nulla”.

“Le intercettazioni legate al caso ‘Voto connection’ che stanno uscendo in queste ultime ore sono a dir poco imbarazzanti: Pagano che implora Caputo di candidare il figlio pur di non perdere migliaia di voti – A dichiararlo è Francesco Vozza, già responsabile della Lega in provincia di Palermo.
Vozza venne sostituito alla guida del movimento proprio con Caputo per volontà di Pagano pochi mesi fa -. Questi soggetti, con le loro miserevoli azioni, hanno infangato il buon nome della Lega e danneggiato i sogni che Matteo Salvini nutriva per la Sicilia. Ed è per questo che nelle prossime ore chiederemo al nostro leader di commissariare l’intero movimento dell’isola e di inviarci un commissario straordinario che rimetta in sesto la situazione. Ci servono esempi come Zaia, Fedriga e Toni Iwobi. Di gente come Pagano non sappiamo proprio che farcene”.

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