Il giudice del Tribunale di Termini Imerese, Claudia Camilleri ha assolto dall’accusa di omicidio colposo il direttore della manifestazione Targa Florio, Marco Cascino, il delegato all’allestimento del percorso, Antonio Pochini, e l’Aci. Sono difesi dagli avvocati Roberto Tricoli, Massimiliano Miceli per l’Automobile club Italia, Marco Baroncini e Francesco La Loggia.

L’incidente nel’aprile 2017

Il processo sulla Targa Floria del 21 aprile 2017 quando durante la gara è morto il pilota Mauro Amendolia e un commissario di gara Giuseppe Laganà. Amendolia era al voltante di Bmw Mini Cooper con a fianco la figlia. Secondo quando hanno accertato le perizie non avrebbe allacciato le cinture di sicurezza.

Le accuse dei pm

Secondo l’accusa gli imputati avrebbero dovuto vigilare ed accertarsi che venissero rispettate tutte le norme di sicurezza del percorso e per i piloti. Compreso la verifica sulle cinture di sicurezza. La figlia della vittima le indossava e si salvò. Non dello stesso avviso il giudice che ha assolto gli imputati.

Processo ordinario per l’organizzatore Angelo Pizzuto

Prosegue con il rito ordinario il processo a carico del presidente dell’Aci, nonché organizzatore della gara, Angelo Pizzuto. Per la morte del commissario di gara, invece, la responsabilità era stata addebita al solo Amendolia che, perdendo il controllo dell’auto, aveva investito Laganà.

La cronaca dell’incidente

Mauro Amendolia e la figlia erano iscritti col numero 29 alla Targa Florio, nelle prove valide per il Campionato italiano rally. Correvano per la scuderia Messina Racing Team, fondata dallo stesso pilota. Trentotto minuti dopo l’inizio della prova speciale, i commissari di gara si erano accorti, dal sistema di rilevamento, che la vettura era ferma. Non era però pervenuta alcuna richiesta di soccorso o assistenza. La macchina con a bordo Amendolia e la figlia era stata ritrovata fuori strada al chilometro 9.350 in località Piano Torre ad Isnello, in un tratto di rettilineo che segue una curva a sinistra. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato presente del nevischio sull’asfalto e questo avrebbe reso dunque più pericoloso un pezzo del tragitto.