Gli investimenti nell’ammodernamento delle infrastrutture sono scesi del 40% in 10 anni aggravando il divario nel Paese. Con questi ritmi ci vorranno oltre 400 anni per raggiungere la dotazione infrastrutturale del Paese e torneremo ai livelli di produttività del 2007 nel 2030, con una Sicilia invecchiata ed impoverita”.

Così Gaetano Armao, vicepresidente designato della Regione Siciliana del centrodestra e leader del Movimento dei SicilianIndignati.

“Il ‘patto per la Sicilia’ annunziato come panacea, ma divenuto una speranza tradita dopo una lunga stagnazione – ha aggiunto Armao – avrebbe dovuto portare ingenti risorse per investimenti, ma utilizza in gran parte fondi già assegnati o spettanti alla Sicilia, senza conseguire la perequazione infrastrutturale. Mentre i finanziamenti europei, impiegati lentamente anche per i ritardi di agenzie ed imprese nazionali, hanno perduto valore aggiuntivo essendo utilizzati in sostituzione dell’intervento di coesione economico-sociale dovuto dallo Stato per garantire eguaglianza”.

“In materia di infrastrutture, oltre alla realizzazione delle opere funzionali al completamento del corridoio europeo (scandinavo-mediterraneo), a partire dal ponte Sicilia-Calabria – ha spiegato il leader dei SicilianIndignati – occorre puntare sull’ammodernamento delle strutture viarie, portuali ed aeroportuali con il pieno utilizzo di risorse assegnate e l’approntamento di fondi aggiuntivi ed alla rinegoziazione del ‘Patto per la Sicilia’, orientando le risorse prevalentemente agli investimenti infrastrutturali e mobilitando gli investimenti privati mediante finanza di progetto”.

“Essenziale il contenimento dei tempi di realizzazione di tali opere – ha proseguito Armao – che non può essere il doppio o il triplo di altre parti del Paese o d’Europa. Per questo occorre istituire per ogni opera comitati di vigilanza che monitorino l’esatto rispetto dei tempi di completamento”.

“Un ulteriore obiettivo – ha concluso il vicepresidente designato del centrodestra – è l’abbattimento del costo dei carburanti per autotrasporto che incredibilmente in Sicilia sono più elevati che nel resto del Paese, nonostante qui si raffini circa il 40% dei prodotti petroliferi del Paese ed il contingentamento delle tariffe aeree utilizzando il principio europeo della continuità territoriale (un volo Roma/Palermo-Catania costa sino a 400€), già sperimentato in Sardegna e per le isole spagnole”.