Si è insediata l’Assemblea regionale siciliana. Parte così la XVIII legislatura. Presiede la seduta il deputato più anziano Pippo Laccoto (Lega). Nell’ufficio di Presidenza provvisorio anche i deputati-segretari più giovani, Ismaele La Vardera e Calogero Leanza.

Il giuramento

Subito dopo si è proceduto con l’appello, al quale ogni deputato ha risposto lo “giuro”. Con il rito formale del giuramento il Parlamento è insediato e ora toccherà all’elezione del presidente dell’Ars, primo test per la maggioranza,

Galvagno presidente designato

Per la maggioranza il nome più accreditato per la presidenza dell’Assemblea siciliana è quella di Gaetano Galvagno, ma non è scontato. A pochi minuti dall’insediamento dell’Ars, filtrano colloqui tra le opposizioni e pezzi del centrodestra, scenario che farebbe presupporre a un blitz. Al primo scrutinio per essere eletti serve la maggioranza dei due terzi, quindi 46 voti; il centrodestra ne conta 40. Dunque probabile che si procederà con la seconda votazione, a quel punto basterà la metà più uno dei voti dei componenti dell’Ars: quota 36.

Prime tensioni nella maggioranza

Prima della seduta breve incontro all’Ars tra il presidente della Regione Renato Schifani e il leader siciliano di Fi Gianfranco Miccichè, nella sala della Preghiera. Un mini vertice irrituale ma che davanti ai cronisti, Miccichè ha definito come un “Incontro dovuto”. E ha aggiunto ironico guardando Schifani: “Diciamo ai giornalisti che non abbiamo nessun accordo”.

Il rischio blitz in aula

Il rischio di un blitz che faccia saltare tutti gli accordi è alto. “Ho subito cinque anni di governo Musumeci, ho fatto di tutto perché avesse fine. Oggi prendo atto che quello che sta nascendo è per certi versi anche peggio” dice Il leader di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Miccichè in un’intervista rilasciata al sito Online di Repubblica, annunciando, di fatto, il suo blitz.

“Abbiamo un presidente della Regione che non rispetta quello che dice il suo partito. Non quello che dice Micciché, quello che dice Silvio Berlusconi – spiega Miccichè – Berlusconi ha indicato due assessori da inserire in giunta, più la donna per la Sanità, che avevo individuato in Luisa Lantieri perché gradita anche a Cuffaro. Ho pensato che potesse essere un buon punto d’incontro. Non è stata neanche presa in considerazione”. Miccichè non ha ancora deciso di se andare a sedere a palazzo Madama o rimanere in Sicilia deputato regionale. Sull’elezione del presidente dell’Ars Miccichè risponde: “Mi hanno tenuto fuori dalla maggioranza. È ovvio che personalmente mi ritengo libero di votare, oggi e in futuro, secondo la mia coscienza e non secondo le appartenenze”.

Il Pd non vota a prima chiamata

E senza accordo all’interno della maggioranza diventa difficile anche un accordo con l’opposizione. Il Pd annuncia che voterà scheda bianca a prima chiamata per sottolineare e tensioni che esistono dentro la maggioranza. Improbabile, quindi, l’elezione del presidente e primo scrutinio quando il quorum è di 46 voti. Tutto da vedere, invece, per il secondo voto quando il quorum scenderà a 36.

La replica di Cuffaro: “Inopportune dichiarazioni di Miccichè”

E non si è fatta attendere la replica di Totò Cuffaro, commissario regionale della Dc: “Penso siano inopportune le dichiarazioni e la presa di posizione dell’onorevole Miccichè. Non risponde al vero che abbia parlato con me di proporre l’onorevole Luisa Lantieri ne come assessore alla Sanità ne con altre deleghe perché ha avuto sempre altre idee e fatto altre indicazioni. Non so perché dica queste cose. La DC tutta è fermamente convinta nel votare l’onorevole Galvagno alla presidenza dell’Ars e nel sostegno all’azione politica e di governo del Presidente Schifani”.

Articoli correlati