Due ragazzine hanno raccontato di avere subito abusi sessuali, in tempi diversi ma con le stesse modalità, durante le lezioni di pianoforte da parte di un docente. Una terribile scoperta che ha portato i genitori di due allieve di 13 e 12 anni, assistite rispettivamente dagli avvocati Vanila Amoroso e Dario Falzone, a sporgere denuncia nei confronti di un docente, di 57 anni, che fino a qualche mese fa insegnava in un istituto scolastico comprensivo di Palermo a indirizzo musicale.

Arresto e richiesta di rito abbreviato

La vicenda risale allo scorso aprile – ma è venuta alla luce soltanto adesso – quando l’uomo, indagato per atti sessuali su minorenni, era stato arrestato dalla polizia, finendo ai domiciliari, dove si trova tuttora. Il professore dovrebbe comparire il 15 gennaio del prossimo anno in tribunale per il giudizio immediato (si salta l’udienza preliminare, se le prove sono evidenti e le indagini si concludono entro i sei mesi), ma il suo difensore, l’avvocato Jimmy D’Azzò, ha inoltrato la richiesta di rito abbreviato che, in caso di condanna, prevede lo sconto di un terzo della pena.

Accusa e difesa a confronto

La storia, come è logico per i casi in cui sono coinvolti minori, è delicatissima, anche perché la tesi dell’imputato è completamente differente rispetto a quella presentata dall’accusa. Per il pm Federica Scuderi, invece, le evidenze contro il docente sarebbero pesantissime, aggravate peraltro dall’avere approfittato «delle circostanze di tempo e di luogo, quali le lezioni pomeridiane e individuali o alla presenza di un numero ridotto di alunni, nonché di persona, anche in riferimento alla tenera età delle persone offese, tali da ostacolare la pubblica e privata difesa».

Il racconto delle vittime

Secondo gli inquirenti l’insegnante di musica si sarebbe seduto accanto alle due ragazzine durante l’ora di pianoforte, le avrebbe abbracciate e baciate sulla testa e sulla guancia, anche vicino alle labbra, ma non si sarebbe fermato qui. Sarebbe anzi andato anche oltre: le avrebbe toccate sulla schiena, inserendo la sua mano sotto la maglietta e, in un’occasione, si sarebbe spinto fino a toccare la coscia e il seno di una delle due.

La testimonianza della tredicenne

Ed è proprio quest’ultima, la tredicenne, che per prima avrebbe svelato alla mamma che l’insegnante sarebbe perfino andato in classe per incontrarla nonostante lei avesse abbandonato l’aula dove erano in corso le prove sullo strumento musicale. Le testimonianze sarebbero state poi ribadite nel corso di un drammatico incidente probatorio, che si è svolto a maggio alla presenza del procuratore aggiunto Laura Vaccaro e in cui le due giovani hanno ribadito di avere ricevuto attenzioni particolari dal docente durante la loro permanenza nell’aula di musica.

Prove e intercettazioni

Agli atti ci sono i verbali con le dichiarazioni delle due minorenni sentite dagli agenti della Squadra mobile e anche le intercettazioni telefoniche, disposte dalla Procura, che avrebbero confermato alcuni dettagli di quanto sarebbe accaduto all’interno della scuola.

La difesa del docente

La linea dell’avvocato D’Azzò punta a dimostrare che piuttosto si sarebbe trattato di un «equivoco», scaturito dall’eccessiva affettuosità mostrata dal maestro nei confronti delle sue allieve. Abbracci e carezze innocenti sarebbero stati fraintesi e scambiati per approcci sessuali quando invece erano semplici manifestazioni d’affetto: un particolare che sarebbe stato confermato dal fatto che altre cinque compagne, anche loro ascoltate in un incidente probatorio, non si sarebbero accorte di nulla, smentendo di avere visto abusi sessuali ai danni delle amiche.

La cersione sulla postura

Ma, secondo la difesa, le due minorenni potrebbero avere interpretato male i gesti del loro maestro che le avrebbe toccate sulla schiena solo per migliorare la loro postura, un contatto che potrebbe averle suggestionate.

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