Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno vola a Roma, dove incontrerà il ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie Roberto Calderoli, per parlare di insularità.

Partendo da un vecchio problema, il caro voli, mostrando il biglietto di andata e ritorno per la Capitale, costato ben 600 euro. Uno dei tanti problema che la Sicilia, da isola, deve affrontare.

Le parole di Galvagno

“Giovedì andrò ad incontrare il ministro Calderoli e gli porterò la ricevuta del biglietto aereo di 600 euro che ho pagato, così magari capirà meglio, ma credo che questo lo sappia già, che in Sicilia non è come le altre regioni – dice Galvagno, intervistato da Trm -. Mi sono confrontato anche con i colleghi della Sardegna, il loro biglietto aereo è costato 140 euro, parlando in termini spiccioli ma che tanto spiccioli non sono. Quindi quando mi parlano di divario, quando mi parlano di differenze, faccio notare che Sicilia e Sardegna sono due isole ma che hanno delle disparità enormi tra di loro. Ci sembra una cifra spropositata e non è nemmeno un periodo particolare dell’anno, questo non è possibile, è intollerabile. Partiamo da questi temi”.

Niente elemosina ma evidente disagio

Continua Galvagno: “Non andiamo col cappello in mano, ma se il tema è quello di dare 10, 20, 40, 50 milioni, per l’insularità, è una mancia. Se si quantifica invece qual è il vero problema, come abbiamo fatto in assemblea negli scorsi giorni, con i Lions, e si parla di una decina di miliardi, allora forse si parla la stessa lingua, forse si sta capendo il disagio che hanno tantissimi siciliani nel commercio, nei viaggi e in tutte le altre questioni che conosciamo bene”, dice il presidente dell’Ars.

Il tema dell’insularità

Il principio di insularità e il legame a doppio filo con il tema dell’autonomia differenziata. Questo l’argomento di cui si è dibattuto nell’incontro promosso da Innovazione per l’Italia, in collaborazione con Fondazione Sicilia e patrocinato dalla Regione Siciliana, sul nuovo testo dell’articolo 119 della Costituzione. Discussione che, in particolare, si focalizza sull’aggiunzione del sesto comma, dove in particolare torna protagonista il principio di insularità. Una modifica che si traduce in un riconoscimento costituzionale delle criticità riscontrate dalle Isole e della necessità di porre in essere atti che vadano a ridurre questo gap. Una volontà figlia anche della risoluzione votata dal Parlamento Europeo nel giugno scorso, dove si riconosce che gli svantaggi dettati dalle condizione geografica delle Isole sono permanenti e strutturali.

Mulè: “Autonomia differenziata completare a insularità”

Un tema, quello dell’insularità, che il vicepresidente della Camera dei Deputati Giorgio Mulè intreccia a quello dell’autonomia differenziata. “Il grande errore che si rischia di fare è di pensarli come due binari che viaggiano paralleli, perché il principio dell’insularità, avendo un fondo già previsto al ministero dell’Economia prevede l’erogazione di fondi che vanno a colmare le distanze tra la Sicilia, Sardegna e il resto d’Italia. Laddove non dovesse esserci la famosa perequazione dell’autonomia differenziata – aggiunge – interviene il principio dell’insularità, che non solo colma, ma supera la stessa dotazione che si potrebbe pensare rispetto all’autonomia differenziata. Adesso è necessario attivare al più presto il fondo e quindi la commissione bicamerale sull’insularità, che si insedierà fra circa tre settimane. Vedremo quali sono i punti principali su cui intervenire e, parallelamente, valutare tutte le iniziative”.

Cossa: “Autonomia differenziata attuazione del regionalismo”

Si spinge più in là Michele Cossa, presidente della commissione insularità della Regione Sardegna. “Non si può fare l’Autonomia differenziata senza tenere conto del principio di insularità. L’articolo 116 della Costituzione dice che l’autonomia differenziata si può realizzare, ma alla luce dei principi dell’articolo 119 – continua Cossa -, e dal 30 ottobre dello scorso anno, in questo articolo c’è il sesto comma che parla del principio di insularità. Ignorarlo sarebbe una scorrettezza sul piano dei rapporti istituzionali e della leale collaborazione, ma è anche una grave violazione costituzionale”.

Anche la Sardegna, come la Sicilia, ha votato favorevolmente il testo sull’autonomia differenziata in sede di Conferenza unificata delle Regioni. “Credo che sia un parere preliminare – dice Cossa – è un testo che ancora dovrà essere affinato, dovrà passare dal Parlamento, non ci può essere un atteggiamento contrario all’autonomia differenziata, perché se sviluppata in modo virtuoso, può rappresentare l’attuazione del regionalismo auspicato dal legislatore costituzionale. Questo, però, deve essere fatto sulla base di una serie di garanzie”.

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