La sfida per l’insularità in Costituzione entra nel vivo. La battaglia della Regione siciliana che ha già visto i primi risultati adesso è al centro dell’agenda politico parlamentare nazionale
Il progetto di Legge Costituzionale al vaglio della Camera
La Camera dei Deputati ha avviato l’esame della PDL costituzionale n. 3353, relatrice l’on.le Roberta Alaimo, di modifica dell’art. 119 della costituzione concernente il riconoscimento delle peculiarità delle isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità.
L’appello di Armao ai deputati
“Una conquista per le isole italiane che al pari di altre isole europee, come quelle spagnole e portoghesi, potranno ricevere una tutela costituzionale diretta e congrue misure di compensazione del divario e dei costi che da tale condizione geografica derivano. L’auspicio è che le forze politiche di tutti gli schieramenti possano convergere nel sostegno di questa proposta di legge per il riconoscimento dell’uguaglianza sostanziale in Costituzione del più del 10% dei cittadini italiani: quelli che vivono, lavorano ed intraprendono nelle isole, pagando un costo che oggi ammonta ad oltre 15 miliardi di euro annui” dice il Vicepresidente della Regione Siciliana e Assessore per l’Economia Gaetano Armao che coordina l’Intergruppo delle Isole al Comitato Europeo delle Regioni.
Perchè l’insularità è una sfida che ci riguarda tutti
L’essere isola, con le difficoltà collegate ai trasporti e ai collegamenti, costa alla Sicilia tra i 6,04 e i 6,54 miliardi di euro l’anno, un valore tra il 6,8 e il 7,4% del Pil regionale. Questo si traduce di fatto in una sorta di tassa occulta quantificabile in circa 1.300 euro a testa per ogni cittadino siciliano, neonati compresi.
I costi che sopportiamo
A fare i conti è stato uno studio sulla “Stima dei Costi dell’insularità della Sicilia”, realizzato con Prometeia e con le università siciliane, che è stato approvato dalla commissione paritetica Stato-Regione, e le cui risultanze sono state inviate alla ministra per il Sud Mara Carfagna e al ministro dell’Economia Daniele Franco, proprio mentre al Senato si discute dell’inserimento del riconoscimento svantaggio dovuto all’insularità in Costituzione.
Lo studio: 6,5 miliardi di euro l’anno
Lo studio, attraverso modelli econometrici e valutazioni, segue due diversi approcci metodologici per il calcolo dei maggiori costi dovuti all’ “essere isola” della Sicilia. Il primo valuta gli elementi che determinano lo sviluppo di un territorio legati ai fattori “dimensione”, “distanza” e “vulnerabilità”, misurati nell’arco di venti anni, e arriva a stimare un costo di 6,54 miliardi. La seconda valutazione, solo leggermente più contenuta, è realizzata in termini fattuali, misurando i soli maggiori costi dovuti ai trasporti che penalizzano gli operatori economici e i vari settori di attività: il costo in questo caso è pari a 6,04 miliardi di euro, pari al 6,8% del pil regionale.
L’importanza della stima è dovuta al fatto che, pur essendo lo studio promosso dalla Regione Siciliana, è stato condiviso dalla commissione paritetica tra Stato e Regione, che è un organo di vigilanza costituzionale.
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