“Sostituire l’assessore Pierobon con una donna non è una nostra esigenza di partito. L’Udc, però, è l’unico partito a trovarsi nella condizione di dover fare un sacrificio per ottemperare all’esigenza di nominare una donna in giunta ed è assolutamente normale, nelle cose della politica, che questo passo indietro debba farlo proprio l’Udc che ha una doppia rappresentanza. E in politica fra un assessore tecnico e uno politico la scelta si trova a ricadere su quello tecnico”.

A dirlo a BlogSicilia è la capogruppo dell’Udc all’Ars Eleonora Lo Curto che sente l’esigenza, però, di sottolineare come perdere Pierobon sia uno smacco non tanto al partito ma alla Sicilia e ai siciliani.

L’attacco alle donne del Pd

“Provo disgusto nel pensare ai motivi che ci portano verso questa eventualità- aggiunge senza mezzi termini Lo Curto – perchè non è certo la presenza di una donna sola che potrà riequilibrare la parità di genere. ma ci troviamo di fronte ad un ricorso proposto da chi (il Partito democratico ndr) per parte sua non indica neanche una donna per il governo Draghi. Non mi risulta che la totale assenza di parità di genere nelle indicazioni del Partito democratico abbia causato sollevamento popolare o politico alcuno. Mi sorge il dubbio che i motivi siano altri”.

Una scelta fatta per fermare l’assessore della legalità

Lo Curto è dura nella sua analisi della situazione “Appare chiaro che oggi la Sicilia si trova a rinunciare ad un assessore tecnico che è stato ed è un grande moralizzatore. Pierobon è l’uomo delle riforme del rifiuti, delle bonifiche delle discariche, delle azioni per riportare la gestione di questo sistema di interessi nell’alveo pubblico sottraendolo al privato. Azioni che gli sono riconosciute da tutti, anche dai sindaci dell’Anci Sicilia eppure non si può certo pensare che il Presidente dei sindaci siciliani, Leoluca Orlando, sia un amico di Pierobon o del governo Musumeci”.

“Trovo sia una grande ipocrisia – continua Lo Curto – che quel ricorso venga proprio da chi in aula ha bloccato la riforma dei rifiuti perché bisogna ricordarlo che lo stop è arrivato dal Pd con la complicità dei 5 stelle e, dispiace, anche con il voto dell’onorevole Fava che pure nella qualità di presidente della Commissione antimafia conosce bene il coacervo di interessi che si annidano nel settore”.

La sostituzione congelata da Musumeci

La capogruppo all’Ars poi sottolinea come anche il Presidente della Regione non abbia alcuna voglia di rinunciare a Pierobon e sia stato proprio lui a ipotizzare un ruolo da superconsulente. E proprio questa mattina Musumeci ha frenato sulla sostituzione parlando di un eventuale doppio o triplo cambio in giunta nei prossimi giorni o settimane.

Gli endorsement e i riconoscimenti

“I siciliani, i sindaci, i prefetti ed anche il parlamento regionale sono testimoni del buon lavoro svolto dal nostro assessore che ha rimesso sul binario corretto l’intero sistema dei rifiuti, deragliato con malgoverno del passato e invaso dai debiti con risultati scadenti nella raccolta differenziata e negli impianti di stoccaggio e smaltimento, appannaggio finora dei privati e degli interessi non sempre leciti, che grazie all’agire trasparente di Pierobon sono stati disoccultati e neutralizzati. Questi interessi, ben tutelati da chi prima ha governato la Sicilia, sono stati certamente colpiti al cuore ed è questa probabilmente la ragione per cui il ddl prima e il Piano rifiuti dopo hanno subito l’ostracismo dei Cinquestelle e del Pd. In Sicilia la presenza di Pierobon ha impedito che quell’assessorato fosse il verminaio di cui molto bene ha riferito al parlamento regionale il presidente della commissione Antimafia Claudio Fava. Non è un caso che la commissione di inchiesta sulle autorizzazioni alla discariche, insediata da Pierobon, possa dimettersi. Non sorprenderebbe un’analoga decisione del comitato di legalità. Lascia, senza infingimenti, il miglior assessore del governo Musumeci per una questione falsamente legata alla rappresentanza di genere che non sta in piedi. Una sola donna in Giunta non risolve la storica questione legata alla parità di genere. Il j’accuse del Movimento è solo il canto del cigno dei grillini lacerati da scissioni all’Ars e ridotti a ben poca cosa e comunque costretti a sostenere il Governo Draghi pur di esistere. I deputati M5S vogliono nascondere i loro fallimenti, anche quelli nazionali, con attacchi scomposti e insinceri. Per Pierobon parlano i risultati e la competenza, elementi che nell’inconcludente panorama “stellato” non si rilevano nemmeno usando il telescopio” conclude Eleonora Lo Curto, capogruppo Udc all’Assemblea regionale siciliana.

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