Una stangata di aumenti lunga fino al 2031: la delibera sugli aumenti dell’addizionale Irpef torna nell’agenda del Consiglio Comunale di Palermo. A sorpresa, l’aula ha prelevato l’atto in una seduta che era stata convocata, in teoria, sull’approvazione del Pef Tari. Un dispositivo, quello relativo all’addizionale sull’imposta sul reddito delle persone fisiche, sul quale ballano tre emendamenti, nati per cercare di ridurre gli spigoli di quella che appare una pillola molto amara da digerire. Ciò al netto dei possibili e futuri accorgimenti che l’Amministrazione potrà prendere in base ad ulteriori risorse da destinare al fine di ridurre gli incrementi.

La riduzione per l’annualità 2023

Uno di questi, a prima firma Giuseppe Milazzo, mira a ridurre l’impatto degli aumenti con riferimento alla sola annualità 2023. Da Roma infatti è arrivato un contributo straordinario di circa 760.000 euro da destinare, appunto, alla riduzione degli incrementi dell’addizionale Irpef. Fatto che ridurrebbe l’extra-gettito necessario a coprire quanto previsto dal piano di riequilibrio da 9,4 a 8,7 milioni di euro. Modifica che trova una generale condivisione dell’aula, manifestata anche dall’intervento nella seduta di ieri espresso dal consigliere comunale di “Oso” Ugo Forello.

Incrementi da limitare al triennio

Ed è proprio sull’emendamento dell’ex pentastellato, sottoscritto insieme alla collega Giulia Argiroffi e dal consigliere del Gruppo Misto Carmelo Miceli, che si gioca la vera partita sull’atto. In sintesi, l’idea degli esponenti delle opposizioni è di modificare il provvedimento riducendone l’efficacia temporale al triennio coperto dal futuro bilancio di previsione, ovvero dal 2023 al 2025. Periodo nel quale, secondo quanto previsto dalla delibera, sono previsti gli incrementi minori dell’addizionale Irpef, già calmierati con le risorse messe a disposizione dal Governo Nazionale. Ciò al contrario della stangata prevista a partire dal 2026: picchi di 38 milioni di euro che si riverserebbero sulle tasche dei palermitani in futuro. Ad oggi infatti, la delibera regolerebbe un arco temporale esteso fino al 2031.

Un accordo d’aula che porti al bilancio

Sia ben chiaro fin da subito: l’emendamento in sè, anche in caso di approvazione dell’aula, non è sufficente a cancellare gli aumenti. La stangata rimarrebbe lì dov’è oggi. Sarebbe solo messa da parte, in attesa che si discuta il successivo triennio. Uno stato di stand by nel quale però potrebbe giungere dal Governo nazionale risorse per lenire gli aumenti, così come avvenuto per le addizionali Irpef del 2022 (i cui aumenti sono stati cancellati) e del 2023 (con gli incrementi ridotti, ad ora, 9,4 milioni di euro a fronte dei 49 previsti nel precedente piano di riequilibrio).

L’emendamento, quindi, mira a ridurre soltanto l’arco temporale preso a riferimento dalla delibera, anche se lo stesso ha già ricevuto i pareri favorevoli degli uffici.  Fatto che potrebbe far propendere qualche esponente di maggioranza a dare la propria benedizione all’operazione, a patto che si trovi un più generale accordo d’aula che porti, entro fine maggio, all’approvazione del bilancio. Fatto espresso a chiare lettere dal capogruppo di Fratelli d’Italia Giuseppe Milazzo.

L’introduzione del principio di progressività

L’ultimo emendamento è quello proposto dai gruppi d’opposizione del centrosinistra (Progetto Palermo, PD e M5S) e mira all’introduzione di un’esenzione che permetta di “esentare a decorrere dal 1 gennaio 2023 dal pagamento dell’addizionale comunale IRPEF i cittadini con un reddito fino a 12.000 euro“. Proposta che si muove nel senso di garantire il rispetto del principio di progressività contributiva e da finanziare proprio con i 700.000 euro giunti dal Governo Nazionale. Una scelta che però ha trovato più di una critica. “Questo emendamento non mi fa impazzire, ma lo voglio comunque leggere”, ha commentato il consigliere di “Oso” Ugo Forello, ricordando che la fascia maggiormente interessata dagli aumenti sarà quella con un reddito compreso fra i 10.000 e 20.000 euro, che quindi rimarrebbero fuori da un tale uso delle risorse.

Gli aumenti attualmente previsti

Tabella aumenti Irpef, Palermo

Con riguardo agli aumenti attualmente previsti dalla delibera, saranno soltanto nove, si fa per dire, i milioni di euro di aumenti per l’annualità 2023. Incrementi parzialmente compensati anche dalle diminuzione delle tariffe Tari per l’annualità in corso (richiamati nella seduta d’aula da Lagalla dedicata alla relazione semestrale) e che erano stati in precedenza calmierati grazie agli aiuti del Governo Nazionale, come quelli provenienti dal decreto aiuti bis. Ma gli aumenti continueranno negli anni a seguire. Una crescita dell’Irpef che continuerà arrivando a 12,6 milioni per le annualità 2024 e 2025.

Ma, come sopra ricordato, la vera stangata è soltanto rinviata. Dal 2026 infatti, il piano prevede un aumento in media di 36 milioni di euro annui fino al 2031, ultimo anno regolato dall’atto, con picchi di oltre 38 milioni di euro proprio nel 2026. Ed è proprio questi che l’emendamento di “Oso” vorrebbe “cancellare” dalla delibera sull’Irpef, rimandando l’approvazione delle suddette aliquote a tempi migliori. Oggi è atteso il voto finale sulla delibera, con l’aula convocata per le ore 12.

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