“I controlli sulla formazione professionale, siano scrupolosi ma celeri. Non possiamo consentire che l’anno formativo inizi in ritardo e al contempo non possiamo permettere che vengano commessi gli errori del passato. Occorre scongiurare il pericolo che la formazione divenga nuovamente oggetto di casi giudiziari”.
A dichiararlo è la deputata regionale del Movimento 5 Stelle Roberta Schillaci in merito all’avvio dei corsi di formazione e alle irregolarità nei reclutamenti.
Si facciano adeguati controlli con tempi celeri – spiega Schillaci – per non penalizzare un settore già fortemente danneggiato negli ultimi anni, dando al contempo delle nuove opportunità agli studenti in attesa del tanto agognato avvio dei corsi finanziati”.
“A questo punto – continua la deputata – l’assessorato deve verificare che dietro le nuove assunzioni ci sia personale qualificato non solo con un titolo ma che sia anche specifico ed in linea con la materia richiesta per il corso in oggetto. Le assunzioni quindi non siano frutto delle ben note logiche clientelari di cui la Sicilia non ha più bisogno” conclude la portavoce M5S all’Ars.

Sulla vicenda intervengono i sindacati: “Bene ha fatto l’amministrazione regionale ad avviare tempestivamente le dovute verifiche sul rispetto delle norme e dell’accordo parasociale, che stabiliscono una corsia preferenziale per i lavoratori storici della formazione professionale appartenenti all’albo unico”. Lo dicono Graziamaria Pistorino, segretaria della Flc Cgil Sicilia, Francesca Bellia, segretaria della Cisl Scuola Sicilia e Ninni Panzica della Uil Scuola Sicilia.
“È evidente che ci sono delle anomalie – aggiungono – se si considera che su 1.352 formatori selezionati solo 507 appartengono all’albo, mentre ben 845 sono stati selezionati al di fuori di questo elenco. Lo stesso bisogna fare per la selezione degli altri profili professionali attualmente in corso”.
“Bisogna quindi accendere i riflettori sui bandi pubblicati dagli enti – continuano – sui criteri adoperati e sui vari passaggi delle procedure di selezione”.
“L’emendamento approvato nell’ultima finanziaria regionale e l’accordo parasociale siglato dalle organizzazioni sindacali e da quelle datoriali – concludono Pistorino, Bellia e Panzica – parlano chiaro. Non ci sono vuoti normativi o chiavi interpretative che possano eludere il sacrosanto diritto dei lavoratori storici di ritornare a lavorare in questo settore”.