La Sicilia resta all’anno zero in termini di risorse umane agli ispettorati del lavoro di competenza regionale. Da una parte la grave carenza di ispettori, dall’altra la beffa che dietro l’angolo in realtà ci sarebbero migliaia di potenziali candidati pronti ad essere immessi in servizio e oltretutto già idonei. Proprio così, idonei. Solo che c’è un impiccio normativo: questa graduatoria è stata stilata dall’Inl, l’ispettorato nazionale del lavoro, e la Regione non vi può attingere. Motivo? La Sicilia è a Statuto speciale. Anche questo è il paradosso di avere uno statuto speciale.

Gli ostacoli normativi

In poche parole c’è una graduatoria dell’ispettorato nazionale del lavoro, bella e pronta con aspiranti ispettori del lavoro, un centinaio di essi anche siciliani. Quindi sarebbe anche facile facile riuscire ad assumere senza tempi lunghi ed oneri per varare un nuovo concorso. C’è un però che è molto sostanzioso. Esiste l’articolo 17 dello statuto siciliano in cui si prevede espressamente che sia il parlamento regionale ad avere competenza normative in materia di rapporti di lavoro, previdenza ed assistenza sociale. Dunque non è ad oggi possibile attingere in alcun modo nella graduatoria dell’Inl proprio per via di questo ostacolo normativo. In poche parole la Regione, oggi come oggi, ha assoluta competenza in materia assunzionale e dunque non può in alcun modo fare riferimento ad altri istituti.

Le ragioni dei sindacati

Nei giorni scorsi sulla questione era proprio intervenuta la Cgil mettendo in evidenza come a fronte di appena 63 ispettori regionali in tutta la Sicilia (una goccia nell’oceano), vi sia l’impossibilità di poter assumere attraverso la graduatoria dell’Inl: “A fronte della situazione della Sicilia, che conta oggi solo 63 ispettori del lavoro – sostengono il segretario generale della Fp Cgil Sicilia Gaetano Agliozzo e la componente di segreteria Monica Genovese – sarebbe proprio una beffa che i siciliani vincitori di concorso vengano inviati altrove. Si rischia peraltro nella situazione data di non potere partecipare al piano di lotta al sommerso del Pnrr, che prevede un finanziamento globale di 600 milioni”.

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