Cene a base di pesce e champagne per la liberazione dell'ergastolano

La condanna all’ergastolo, il miracolo e il “festino” dei boss per Giovanni Buscemi

Grandi feste e banchetti per una scarcerazione che nessuno si poteva mai aspettare. È quella di Giovanni Buscemi, arrestato nuovamente nell’operazione New Connection.

Ci fu una grande festa per la scarcerazione inaspettata del boss di Passo di Rigano che stava scontando una pena all’ergastolo per mafia e per l’omicidio brutale di Giovanni Giordano, di cui “farfalla”, così è chiamato Buscemi, aveva sciolto nell’acido il cadavere. La condanna al fine pena mai era decaduta grazie ad una legge ed era stata ridotta a 30 anni. “Doveva morire – diceva il genero di Tommaso Inzerillo, Giuseppe Spatola – ma non è morto neanche lui, questa è la vita”.

Dopo la scarcerazione Tommaso Inzerillo organizzò un pranzo e riunì tutti i componenti del vertice del clan di Passo di Rigano: “Per quando dici di farla una mangiata là sopra da Giovanni (Buscemi, ndr)? Quando dici?”, chiedeva alla moglie, Rosa Crivello. Poi decideva il menu: “Ci facciamo una mangiata di pesce, tutto pesce… Arrostiamo il pesce… Ci porto un po’ di vino, anche se mi costa due, trecento euro, arrivati a un certo punto, giusto?”.

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Una volta uscito dal carcere in modo inatteso, Buscemi non avrebbe perso tempo a riprenderli il mandamento mafioso di Passo di Rigano con gli Inzerillo, anche loro arrestati mercoledì scorso. Fu proprio Buscemi a partecipare alla riunione del 29 maggio che doveva servire alla ricostituzione della Commissione provinciale dopo la morte di Totò Riina. Un summit al quale avrebbero partecipato numerosi pezzi da novanta dei mandamenti mafiosi di Palermo e della provincia.

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