Mentre il governo della Regione chiede a Roma di essere commissariato per ottenere poteri speciali per gestire l’emergenza rifiuti ‘annunciata’ la discarica di Siculiana chiude le porte ai Comuni della provincia di Palermo.
La decisione assunta per il progressivo riempimento della discarica stessa apre, di fatto, l’emergenza partendo proprio dai Comuni della Provincia di Palermo.
Urgente, a questo punto, un intervento del governo regionale per trovare una diversa collocazione per quasi 500 tonnellate di rifiuti che il comprensorio produce ogni giorno e che fino ad ora vengono smaltiti nella discarica privata in provincia di Agrigentino in base proprio ad una ordinanza regionale.
Lo scontro, prima ancora che ambientale, è di natura politica. La discarica di Siculiana, infatti, appartiene all’impresa della famiglia di Giuseppe Catanzaro vicepresidente di Confindustria Sicilia, che in più di una occasione è entrato in polemica con la Regione.
L’ordinanza in base alla quale il Presidente della Regione aveva disposto lo smaltimento dei rifiuti dei Comuni palermitani a Siculiana scade il 31 maggio e da quella data Siculiana chiuderà le porte. La soluzione per i comuni del palermitano prospettata durate la prima emergenza che aveva portato, poi, a questa ordinanza, era stata proposta dal sindaco di Palermo nonché presidente dell’Anci sicilia che aveva annunciato la disponibilità dio Bellolampo ad accogliere i rifiuti dalla provincia
La proposta di usare Bellolampo aveva dato vita ad una polemica a distanza fra il sindaco e l’assessore a Energia e Rifiuti Vania Contrafatto con reciproche accuse anche pesanti. Un confronto, quello fra i due esponenti politici con ruoli amministrativi, che continua ad ogni occasione tanto sui rifiuti quanto sulla depurazione delle acque.
L’ultimo fronte di scontro fra i due esponenti dell’amministrazione regionale e comunale fu il commissariamento sulle opere di depurazione materia nella quale le cifre e i tempi forniti dalle due amministrazioni non combaciano mai.
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