“A tempo di elezioni, puntualmente, Silvio Berlusconi, cosi come altri leader politici, tirano fuori la favola del Ponte sullo Stretto di Messina. Un racconto vecchio di cinquant’anni”. Così Antonio Rubino, a nome dei Partigiani del PD

“Vorrei fare notare, umilmente, che la Sicilia risulta la regione con il tasso di disoccupazione più alto d’Italia così come il numero dei poveri – prosegue – La nostra regione ha bisogno di un nuovo racconto e non di volantini pubblicitari vecchi di cinquant’anni. Mi auguro che Matteo Renzi, su questa roba, prenda le distanze da Berlusconi e si continui con le politiche del “Patto per la Sicilia” egregiamente condotte da Paolo Gentiloni e Claudio De Vincenti, individuando le priorità vere della Sicilia”.

“Tornano le elezioni e torna la passione della classe dirigente di questo Paese, da Berlusconi a Renzi, per il Ponte sullo Stretto. Vorrei ricordare a Berlusconi, l’ultimo in ordine di tempo che ha rispolverato il Ponte sullo Stretto, che quell’opera mai iniziata è già costata ai contribuenti italiani quasi un miliardo di euro. Il tutto senza nemmeno la posa di una pietra”. Lo afferma Erasmo Palazzotto, candidato a Palermo per Liberi e Uguali.

“Il Ponte è un’opera pubblica buona solo per le clientele e per gli affari delle mafie e assolutamente inutile per lo sviluppo del paese – prosegue -. In Sicilia grazie alle politiche fallimentari del Centrodestra e del PD in questo momento siamo in piena crisi idrica, è iniziato anche il razionamento dell’acqua e questi signori hanno il coraggio di parlare di Ponte sullo Stretto. Si parta dai problemi che ci sono senza pensare a opere faraoniche inutili”.

“Berlusconi ha detto che la priorità per la Sicilia è la costruzione del Ponte sullo Stretto, seguito a ruota dal governo degli annunci di Musumeci che in 100 giorni ancora non ha fatto nulla. Io però in Sicilia ci vivo e so bene che sei vai al mercato o dal medico nessuno ti chiede se si farà il ponte sullo Stretto. La gente ti parla del lavoro dei figli, delle perplessità per la Sicilia. In Sicilia siamo senz’acqua e la priorità sarebbe il ponte? La priorità è dare l’acqua ogni giorno come nei paesi civili”. Lo afferma Giancarlo Cancelleri (M5s), vice presidente dell’Ars, in un video, postato su Facebook, girato accanto al viadotto Himera, sull’autostrada Palermo-Catania, “crollato tre anni fa e – ricorda l’esponente del M5s – non ancora ricostruito”. “Mi trovo qui – aggiunge – e non c’è una ruspa, una persona che sta lavorando. La priorità sarebbe ricostruire questo ponte per ridare un’autostrada normale ai siciliani”. Per Cancelleri, il ponte sullo Stretto “è una balla elettorale che ogni volta ci vengono a raccontare”. “Non abbiamo l’anello al naso – aggiunge – e sopratutto non abbiamo bisogno di nessuno che ci venga a vendere quello che in realtà non vogliamo. Noi vogliamo la normalità e la normalità corre su strade normali, su linee ferrate normali sulla possibilità di far rimanere i nostri giovani nella nostra terra”. “Le priorità, caro Berlusconi, le sceglieranno i siciliani e per questo – conclude Cancelleri – chiedo a tutti quelli che vogliono cambiate le sorti di questa terra di unirsi a noi. Per far questo serve buon senso e una buona visione del futuro e noi ce l’abbiamo. Salutatemi Berlusconi, e ditegli che il ponte se lo costruisca a casa sua”.

“Ogni volta che a ridosso delle elezioni leggo che in Sicilia si parla di costruire il Ponte sullo Stretto di Messina mi chiedo se si sono accorti che non abbiamo né buone strade né tantomeno ferrovie” dice il senatore di Mdp Francesco Campanella. “Mi viene in mente – aggiunge – che: Palermo è senz’acqua, la strada che collega Palermo ad Agrigento è impraticabile e pericolosa, Messina prende l’acqua in provincia di Catania, Enna ha la rete viaria che sembra un percorso off road, sulla statale 115 meridionale sicula contano gli incidenti mortali e quando piove il fango arriva in strada; il porto di Licata e quello di Tremestieri combattono contro la sabbia e le autostrade siciliane sono una tragedia. Delle ferrovie non si parli per carità di patria. Il territorio va franando qua e là e hanno il coraggio di parlare di ponte sullo stretto”. “Mi ricordano molto Maria Antonietta in Francia quando il suo popolo chiedeva il pane e lei proponeva le brioches perché non aveva contezza delle pene che vivessero. La Sicilia sarebbe bellissima, con politici diversi”, conclude.