“Alexander Kanevsky: la forza dell’immagine” è il titolo della mostra, curata da Paolo Levi e ideata da Sandro Serradifalco, che si svolgerà a Monreale nell’ex Monastero dei Benedettini e che sarà inaugurata sabato 12 marzo, alle 17,30 (visitabile fino a martedì 22 marzo; da martedì a sabato dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18,30; domenica e lunedì dalle 10 alle 13; ingresso gratuito). L’evento culturale, che è promosso da Effetto Arte e EA Editore Palermo, con la collaborazione della Galleria Civica “G. Sciortino” di Monreale, ospiterà opere dell’artista provenienti da collezioni private italiane ed estere.

All’inaugurazione parteciperanno il professore Paolo Levi, l’editore Sandro Serradifalco, il sindaco di Monreale Pietro Capizzi, il responsabile della Gallera Civica “G. Sciortino” Ivana Forzieri, l’assessore alla Promozione del Territorio di Monreale Ignazio Zuccaro, l’assessore alla Cultura di Monreale Nadia Olga Granà.

La mostra e il catalogo proporranno al pubblico un’appassionante lettura del lavoro di questo straordinario artista. Alexander Kanevsky è un medico oncologo e psichiatra russo, specializzato in medicina alternativa, ayurvedica, tibetana e tradizionale cinese. Ma ha anche una laurea in Letteratura ed è un esperto di arti marziali. E tutte queste sue conoscenze e passioni le ha sempre messe in pittura; è considerato a livello internazionale il fondatore del movimento Nuovo Rinascimento contemporaneo.

I suoi lavori sono quindi l’insieme affascinante di tutti questi input diversi, che si mescolano su tele spesso monumentali, traboccanti di un personalissimo bestiario, di giganti e corpi nudi modellati a colpi di nervi e muscoli tesi che s’intrecciano come serpenti primordiali. Le opere di Alexander Kanevsky hanno viaggiato nel mondo, anche per le commissioni ricevute direttamente dai Ministeri della Cultura di Cina e Giappone, per esempio, o dal Governo Indiano e del Kenya. Da sempre ispirato dalla letteratura, due sue opere, L’Amleto e il Re Lear, sono state acquisite dal famoso Royal Shakespeare Globe Theater di Londra. Hanno scritto di lui i maggiori studiosi italiani ed esteri.

“La ricerca figurativa del maestro Alexander Kanevsky – osserva Sandro Serradifalco, ideatore dell’esposizione – per le atmosfere oniriche e allucinate delle sue raffigurazioni, si può ben dire che affonda le sue radici nel Surrealismo storico. Racconta eventi tratti dalla storia e dall’Antico Testamento, trasfigurandoli in un’atmosfera onirica e sublime, densa di significati simbolici. Il suo bagaglio culturale – aggiunge Serradifalco – si spinge ben oltre la classicità: in molti suoi lavori, l’artista riflette su una condizione umana portata all’estremo limite della sopportabilità, evidenziata nelle posture contorte delle sue figure trasfigurate dall’angoscia e dal dolore esistenziale, che rievocano i busti michelangioleschi della Cappella Sistina. Sagome umane, si fondono con esseri mitologici o immaginari in un paesaggio brulicante di vita e in continuo mutamento, stagliandosi come statue su sfondi densamente cromatici. La dote principale di Kanevsky è il controllo razionale che egli esercita sulla sua stessa immaginazione, che trattenuta da severe regole compositive, non scade mai in banale virtuosismo. Nei suoi lavori appare evidente la centralità del disegno preparatorio, che determina l’autorevolezza plastica delle sue figure. Pittore di presagi apocalittici e salvifici Kanevsky proietta sull’osservatore il lato oscuro del nostro vivere, descrivendo il sonno della ragione, ma anche la sua catarsi attraverso la bellezza della scrittura pittorica. La sua – conclude Serradifalco – è una pittura alchemica, che allucina antropomorfi inquietanti, efficaci proprio per la sua profonda conoscenza della composizione del corpo umano”.

“Le opere di Kanevsky – osserva Paolo Levi, curatore della mostra – raccontano della fragilità propria dell’essere umano che, dalla sua origine, tenta di vivere, o meglio di sopravvivere tra mille angosce e difficoltà ma che a sue spese scopre, giorno dopo giorno, la sua impotenza nei confronti del destino ineluttabile. I lavori di Alexander Kanevsky sono l’espressione più riuscita del binomio Eros e Thanatos che sta alla base di tutto, nell’arte come nella vita, dove si contrappongono e si ”affiancano” gli opposti. Di fronte al suggestivo mosaico di tasselli espressivi, l’osservatore attento dovrà astenersi da definizioni che ritiene improbabili e percepire la necessità di un maggiore approfondimento. I dipinti di Kanevsky – aggiunge Levi – non possono essere classificati e non sono indicativi di un particolare stile o movimento. Essi sono incredibilmente unici e assolutamente contemporanei e ci rivelano come la vera pittura sia ancora viva e attuale laddove riesca ad esprimere valori immanenti senza i quali l’uomo rischia di perdere la propria identità fatta di storia, di cultura, di religione, ma anche di dionisiaco e di apollineo. Le sue opere – conclude Levi – sono sinfonie immaginifiche, dotate di una sapienza compositiva di tradizione classica, capaci di trasmettere le inquietudini alla maniera di Bosch, di Goya e anche le enigmatiche sospensioni di certi racconti di Gogol: sono corpi in movimento, grida convulse, occhi che guardano un misterioso altrove, un brulicante universo di anime sospese fra le pulsioni angosciose dell’inconscio e la consapevolezza della caducità della vita”.

Per informazioni: segreteria EA Editore 091 6190928 – eaeditore@gmail.com
Volume della mostra: testi in italiano e inglese a fronte, edizione EA Editore.